di Roberto Guiducci
AMBIENTE
Come noto, si hanno tre tipi di dismesso: quello
industriale; quello di edifici obsoleti irrecuperabili; quello
agricolo.
Su questi spazi, ora disoccupati, si gioca la
pianificazione territoriale milanese di oggi, dei prossimi anni e
di un lunghissimo futuro.
Ma, contrariamente a quanto si poteva
pensare, proprio la fascia periurbana può avere un ruolo
strategico decisivo.
Senza pensare di poter riprendere il concetto
e la politica delle green belts inglesi, ormai inattuabili da noi,
si può tuttavia ipotizzare la costruzione di legami o corridoi o
congiunzioni fra i parchi di proprietà pubblica che circondano
Milano, ma ancora in una situazione di discontinuità.
Viceversa,
anche con semplici lingue di collegamento, risulta possibile
secondo gli studi effettuati, dar luogo a una maglia verde in
grado di circondare l'intera città. E' a questo punto che il verde
periurbano diventa strategico perchè da questa base si può
procedere a due movimenti: uno verso l'interno della città
(sistole) e uno verso l'esterno anche a grande profondità
(diastole).
Nel movimento di sistole si tratta di congiungere, dove
possibile, parchi, giardini, aiuole esistenti e sfruttare una
quota di spazi ricavati dalle dismissioni. Talvolta si renderanno
necessari veri e propri ponti attrezzati che sorpassino le arterie
aride, divenute spesso autostrade urbane in entrata e uscita, che
spaccano quartieri fra di loro e scindono la città in parti non
più comunicanti.
Anche provvedimenti leggeri possono essere
importanti come l'attrezzare un viale con alberi e fiori. Infatti
il problema non é solo quello di creare penetrazioni e reti di
verde nelle città, ma di fare in modo che queste lingue
paesistiche siano anche in grado di ottenere connessioni sociali
oggi spezzate e comunicazioni umane interrotte.
Nel movimento di
diastole si incontrano parchi provinciali, giardini, aree agricole
attive in sequenze spesso molto intense e interessanti. Si può
così penetrare nel territorio della Provincia e andare oltre negli
spazi regionali fino a incontrare aree periurbane di città piccole
e medie e città capoluoghi di Provincia.
Il problema é di pensare
e, poi, identificare lo schema strategico principale, anche se con
alternative, perchè spesso potrebbero bastare due o tre nuovi
insediamenti con ubicazioni sbagliate o inconsapevolmente
arbitrarie per precludere la tessitura della maglia paesistica non
solo nei rami principali, ma anche nelle alternative ancora
possibili. Tuttavia, tornando al capoluogo regionale, che ha le
periferie più squallide e desocializzate dell'intera Regione, si
può osservare che la creazione della prima maglia nelle aree
periurbane di Milano non solo servirebbe di base, come abbiamo
visto, per la doppia operazione di sistole e di diastole, ma
interferirebbe con tutte le periferie, dotandole di respiro
paesistico e insieme sociale.
Anche il collegamento fra le diverse
periferie, oggi interrotto per la configurazione a raggera delle
grandi infrastrutture milanesi che penetrano fino al centro,
potrebbe essere ristabilito attraverso le maglie verdi periurbane.
E se nei punti riqualificabili di ogni periferia venisse collocata
una funzione rara o significativa di cui manca tutta la città,
ogni periferia verrebbe ad avere un cuore o un lieu magique, come
dicono i francesi che si occupano della banlieue di Parigi.
Ma con
questo processo, ogni periferia potrebbe divenire una città media
con un proprio carattere e una propria distinzione.
La corona di
queste new-old-towns ristrutturate potrebbe, così, dar luogo a una
multicittà. E ognuna delle città potrebbe, proprio attraverso la
maglia verde di congiungimento, essere complementare con tutte le
altre e con il centro e il semicentro in uno scambio continuo e
ininterrotto. E la vitalità sociale del tutto verrebbe ad
aumentare insieme alla vivibilità riacquistata attraverso il
paesaggio.
Nell'era teleinformatica la città é e sarà sempre più
coperta da reti in sottosuolo o aeree invisibili, e questa rete si
infittirà ulteriormente.
Saranno soprattutto le informazioni a
muoversi, mentre le persone potranno rimanere in ambiti più
limitati. Si sta, forse, avvicinando anche la fine o, almeno, una
diminuzione importante di quella pendolarità ossessiva che sfibra
il cittadino e aumenta paurosamente gli inquinamenti.
La città
delle reti teleinformatiche tenderà a disporsi essa stessa a rete
nella multicittà.
L'operazione complessiva é a basso costo per
quanto riguarda la situazione paesistica a maglia perchè vengono
utilizzati molti parchi e giardini esistenti, ma non fruiti,
collegandoli con interventi assai più qualificativi che
quantitativi.
Cosicchè, in sintesi, come lo sviluppo economico,
secondo quanto ha dimostrato Roberto Camagni, é divenuto una
variabile dipendente dalla qualità delle strutture urbane, così
uno sviluppo urbano valido é divenuto una variabile dipendente dal
paesaggio, inteso nella duplice veste di scenario e di canale di
comunicazione sociale.
LE FUNZIONI STRATEGICHE MANCANTI
A Milano
mancano, anche in confronto con le maggiori città d'Europa di peso
ormai analogo (perchè negli ultimi decenni si sono sviluppate
molto), due tipi di funzioni: funzioni leggere e funzioni pesanti,
nel senso che le prime non hanno bisogno di molti spazi, ma di
organizzazione e attrezzature spesso complesse; le seconde
richiedono edifici (da costruire o da ristrutturare) di notevole
consistenza.
Di qui discende una precisazione urbanistica di base.
Le funzioni leggere potrebbero, in larga prevalenza, essere
ubicate nel centro e nel semicentro urbano. Le funzioni pesanti
dovrebbero essere collocate, nella massima parte, e soprattutto
quando le localizzazioni sono ancora libere, nelle aree
periferiche, sia per ragioni di decentramento, sia per cooperare
alla riqualificazione delle zone periurbane.
Per quanto riguarda le
funzioni leggere Milano sembra essere carente di:
1-funzioni per la
produzione e l'istruzione
-un centro di biblioteche elettroniche
collegate con le maggiori biblioteche regionali, nazionali e
internazionali;
-un centro scientifico e culturale
radiotelevisivo;
-un centro completo di informazioni finanziarie
(oltre quello già istituito);
-un centro di tutte le associazioni
professionali;
-un centro di coordinamento di Parchi Scientifici e
Tecnologici e Istituti di ricerca regionale e nazionale con
collegamenti a livello mondiale;
-un centro di accoglienza per gli
operatori economico-finanziari provenienti da ambiti nazionali e
internazionali;
2-funzioni per le persone
-piazze Agorà e servizio
di quartieri;
-giardini terziari pubblici e privati (anche dati in
concessione);
-porte urbane con servizi teleinformatici, per
identificazione delle entrate e uscite dalla città;
-nuovo e
moderno Palazzo della Ragione per la partecipazione dei cittadini
allo sviluppo e alla gestione della città;
-residenze in rotazione
secondo le classi d'età e come alloggi per persone a soggiorno
anche prolungato, ma limitato nel tempo.
Per quanto riguarda le
funzioni pesanti, Milano manca di:
-nuove Sedi universitarie;
-
parchi scientifici e tecnologici;
-centri di supporto per le medie
e piccole imprese;
-musei delle Scienze e delle Arti;
-centri di
esposizione;
-centri di accoglienza aeroportuali e nodali;
-centro
ecologico;
-fiera permanente del libro;
-centro del design sia
industriale che sociale;
-centro di antiquariato e di arte
moderna;
-centri sociali avanzati a carattere intergenerazionale;
-
centro polivalente per congressi, spettacoli, sport, mostre, fiere
eccetera.
Naturalmente possono essere identificate anche altre
funzioni nella misura in cui si esprimano almeno le loro
potenzialità e si possano verificare le fattibilità.
Ma occorre
osservare, a proposito degli effetti della collocazione di una
nuova funzione, che ciascuna di esse é normalmente generativa di
un indotto che può essere anche molto importante e incisivo.
Se
Milano inserisse, con ubicazioni accorte, alcune nuove funzioni
qualitativamente rilevanti, ne nascerebbe un moltiplicatore in
grado di dare uno sviluppo consistente a tutta la città.