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Impresa & Stato N°27 - Rivista della Camera di Commercio di Milano

UNA CITTA' DI CITTA'

di Leonardo Fiori


Milano è collocata al centro di un assetto policentrico regionale caratterizzato da una gerarchia degli insediamenti.
Questa collocazione della città e la sua primazia, che si é determinata storicamente, non deve far pensare a un modello chiuso e da perpetuare nel tempo.
Un sistema metropolitano basato su ruoli e pesi gerarchici può rivelarsi in prospettiva inadeguato e fuori scala rispetto ai compiti internazionali che Milano può e deve assumere nella collaborazione - competizione con le altre città europee.
Le dimensioni dell'area metropolitana milanese sono state più volte studiate e/o immaginate in scale differenti, dalla scala regionale Città Lombardia alla scala intermedia di un'area metropolitana estesa fino alla Svizzera ma con contorni limitati a sud, sino alla proposta di limitare l'area al perimetro della provincia.
La competizione internazionale e la dinamica reale fa piuttosto pensare a una città a rete fatta di città di città in cui i pesi e le funzioni possono cambiare notevolmente.
La stessa città di Milano, limitata al perimetro dei suoi caselli daziari, può frazionarsi in più città di periferia e in un differente ruolo sia della città consolidata che del centro.
Questo modello presenta vantaggi di duttilità nel perseguire gli obiettivi strategici che debbono essere chiaramente definiti e univoci. Tali obiettivi devono essere mantenuti fissi nel lungo periodo mentre le vie e gli assetti territoriali per raggiungerli possono cambiare nel tempo.
In questa direzione il modello a rete é quello internazionalmente adottato e in corso di sperimentazione in Germania, nella Ruhr, in California e nei Paesi Bassi.
L'attuale evoluzione delle tecnologie telematiche, nonchè le nuove possibilità rappresentate dalla gerarchia delle reti di trasporto, permette di rendere operabile questo scenario con costi affrontabili.
Questa infrastruttura flessibile permette di pensare che le grandi funzioni urbane e gli assetti abitativi subiranno in un prossimo futuro una rivoluzione per il momento impensabile.
Si é quindi ritenuto, in base alle risorse ragionevolmente attivabili, di prevedere solo i progetti che, alle soglie temporali credibili del 2000 e del 2015, possono costituire il minimo impianto necessario per offrire le basi per il decollo e lo sviluppo della città metropolitana.

SISTEMA DELLA MOBILITA'

La localizzazione geografica di Milano fa sì che la città rappresenti la cerniera di un sistema di relazioni che connette la dorsale di sviluppo storica, che da Londra scende al bacino mediterraneo (Blue Banana), con quella più recente che dalla penisola iberica raggiunge il nord Italia in direzione dell'est europeo (Sunbelt). Le comunicazioni regionali, interregionali e, soprattutto, internazionali confluiscono sul nodo di Milano (Figura 1).
Il rilancio a scala internazionale della città, in particolare in Europa, non può pertanto prescindere dal sistema di connessioni a grande scala che si identifica nel progetto di Malpensa 2000 e in quello dell'Alta Velocità ferroviaria, cioé la costruzione, riorganizzazione e potenziamento del sistema aeroportuale e ferroviario padano.
Il completamento di Malpensa Ovest e il suo collegamento su ferro con Milano può essere ipotizzato per il 2000 mentre il funzionamento a sistema delle strutture aeroportuali, come delineato dal Piano Generale dei Trasporti, può essere previsto alla soglia temporale più distante (2015) con l'attribuzione delle differenti funzioni ai tre aeroporti: Malpensa, nodo di una rete di scambi intercontinentali e internazionali; Linate, nodo locale e nazionale; Orio al Serio, terminal per le merci.
Per quanto riguarda l'Alta Velocità occorre però ribadire che l'unica legittimazione per un intervento così massiccio sul territorio, dagli elevati costi ambientali oltre che economici, può provenire solo dalla completa integrazione con la rete europea (prevedibile per il 2015), di cui il completamento della linea Torino-Milano-Trieste costituisce un fattore indispensabile e il proseguimento verso il porto di Genova un elemento auspicabile (Figura 2).
Il rafforzamento delle relazioni a scala internazionale ha come condizione l'integrazione in un sistema efficiente di mobilità a scala regionale e metropolitana, che si appoggia sul potenziamento del trasporto di merci e persone su ferro e sulla conseguente diminuzione del traffico privato su gomma.
La prospettiva di una valorizzazione del trasporto merci su ferro é strettamente connessa alla creazione di centri intermodali nell'area metropolitana: la Nuova Dogana di Segrate, già potenzialmente operativa, e Lacchiarella, ancora in programmazione.
Il ridisegno e potenziamento del trasporto pubblico su ferro é l'oggetto principale del progetto Sfr (Sistema Ferroviario Regionale), integrato nel nodo di Milano con il Passante in costruzione e con la rete delle Ferrovie Nord Milano. Esso rappresenta un passaggio indispensabile nell'ambito di una strategia che sappia offrire soluzioni articolate ai problemi (inquinamenti, traffico, parcheggi) che da tempo penalizzano il sistema della mobilità, incidendo sensibilmente in negativo sulla qualità complessiva della vita (Figura 3).
La riduzione del traffico privato su gomma, si pone come condizione preliminare per garantire uno standard europeo di qualità urbana.
Attualmente gli oltre 800.000 veicoli che entrano giornalmente a Milano comportano la congestione sia dell'aspetto dinamico del traffico sia di quello statico a cui vanno date risposte anche specifiche. Tra queste, e secondo modelli ampiamente sperimentati all'estero, ricadono provvedimenti di estensione della zona a traffico limitato in città, potenziamento della rete di trasporto pubblico anche in sedi proprie, aumento progressivo delle tariffe orarie per il parcheggio, costruzione di un sistema di sosta articolato in parcheggi di destinazione per il traffico operativo, parcheggi d'interscambio con la rete del trasporto pubblico urbano e parcheggi per i residenti.
Per il sistema viabilistico principale, l'impegno propositivo deve porsi l'obiettivo di rompere lo schema radiocentrico, fattore determinante di congestione e di pesante periferizzazione, prefigurando uno schema a rete, in cui la dispersione del traffico rappresenta la condizione essenziale per il miglioramento dei collegamenti viabilistici in tutto il settore settentrionale.
In questa proposta ricadono la costruzione dell'autostrada Pedemontana che raccoglie i flussi trasversali del sistema insediativo e produttivo molto vivace delle aree di Como, Lecco, Bergamo; la realizzazione della cosiddetta Gronda intermedia, a servizio dei tessuti compatti dellihinterland settentrionale; il potenziamento della Cerca in qualità di tangenziale est e soprattutto per il traffico pesante; la connessione del sistema autostradale meridionale e orientale con quello occidentale in direzione anche della Malpensa mediante la ricucitura soft e il potenziamento della viabilità esistente a ovest (Figura 4).
Alla soglia più ravvicinata é ipotizzabile solo una serie di piccoli interventi di completamento e riaggiustamento della maglia esistente con la razionalizzazione dei raccordi tra la viabilità principale e il sistema delle direttrici su Milano al fine di fluidificare il traffico ed elevare la velocità commerciale a livelli europei.

SISTEMA DIREZIONALE E DI SERVIZI

Alle soglie del 2000, in una prospettiva metropolitana, é chiara l'esigenza di una nuova pianificazione strategica il cui obiettivo centrale risulta il riassetto dell'intero sistema funzionale milanese finalizzato alla costituzione di una centralità direzionale, terziaria e commerciale di rilievo nel panorama sud europeo.
Le condizioni di successo risiedono soprattutto nella capacità di offrire un sistema integrato ad alto livello qualitativo che sappia interagire con l'organismo urbano esistente e con il sistema ambientale circostante.
Il sistema terziario- direzionale attuale é molto ricco e articolato ma eccessivamente concentrato da un punto di vista territoriale (centro storico e fasce subcentrali) e anche i grandi progetti degli anni Ottanta, volti al recupero delle principali aree dismesse, confermano un'ipotesi esclusivamente urbano-centrica e sono in contraddizione con la necessità di riqualificazione dei tessuti e di alleggerimento del carico urbanistico e ambientale esistente.
Si pone come priorità la necessità di un inquadramento organico e integrato in un'unica proposta progettuale che sappia puntare sulle linee di forza viabilistica e ferroviaria che, dal nodo urbano di Garibaldi-Repubblica cuore infrastrutturato del centro terziario e direzionale, si proiettano in direzione della Malpensa, approdo internazionale al sistema lombardo. E' questo l'asse di riorganizzazione policentrica del sistema regionale che rilancia lo sviluppo economico-territoriale all'interno del vasto sistema urbano che interagisce con Malpensa: la conurbazione Busto- Legnano-Gallarate, i poli regionali di Varese e Novara, le direttrici Milano-Saronno e Milano-Sempione nonchè la Città Ticino (Figura 5).
All'interno di questa vasta area é ipotizzabile la creazione di un sistema terziario, direzionale, congressuale, dell'accoglienza necessario per collocare Milano nella rete europea delle città di livello primario.
In questa prospettiva, il progetto di un sistema fieristico costituito dal polo urbano, adeguatamente riqualificato, e da un eventuale polo esterno (Pero- Rho) sembra garantire una buona efficienza complessiva. A maggior ragione se si tiene conto del livello di ottimizzazione della situazione attuale: a fronte di una disponibilità espositiva coperta tra le maggiori in Europa (234.000 mq), il livello di occupazione dell'area del recinto fieristico é elevatissimo (oltre il 50%) permesso dalle fiere leggere. Ne consegue, rispetto all'ipotesi di rilocalizzazione sopra prefigurata, una necessaria opera di pianificazione territoriale complessiva, che non riguarda più i soli Enti Comunali, ma coinvolge direttamente la Regione e le Province.
Il sistema dell'accoglienza si integra logicamente con gli altri sistemi sopra ricordati se si tiene soprattutto conto di un duplice fenomeno: il carattere fortemente specialistico del turismo che investe Milano, cioé la tipologia di turismo d'affari (oltre 7 milioni di presenze annue legate alle manifestazioni fieristiche) da un lato e l'attuale eccessiva concentrazione di strutture ricettive e congressuali dall'altro.
E' indispensabile, quindi, un processo di decongestionamento, specializzazione e maggior organizzazione nell'offerta dei servizi al terziario in generale e di strutture ricettive in particolare.

SISTEMA DELLA COLTURA

Il sistema della cultura, esaminato nei principali subsistemi specialistici, musei-biblioteche-università, necessita di una riorganizzazione che deve partire dalla costituzione di poli intelligenti in strutture esistenti oggi scarsamente valorizzate con l'introduzione delle più avanzate tecnologie teleinformatiche per la messa in rete dell'intero sistema.
Dal confronto con le politiche museali delle città europee la situazione attuale milanese, a fronte di un patrimonio rilevante da un punto di vista quantitativo e qualitativo, é ferma agli anni Cinquanta-Sessanta: le sedi svolgono il ruolo di museo-custode, non integrato con la città e avulso dalle attività economiche del territorio.
Manca una vera e propria strategia di pianificazione e gestione dell'intero subsistema museale milanese che possa rispondere alla necessità di rinnovamento, soprattutto in ambito tecnico-scientifico, all'inadeguatezza e scarsa funzionalità delle sedi, alla frammentazione localizzativa e che abbia come obiettivi il riequilibrio territoriale dell'offerta culturale (su 60 sedi museali, 66 con le Raccolte, presenti nell'area metropolitana,45 si trovano a Milano in aree centrali), la valorizzazione di alcune sedi emblematiche della cultura milanese, la realizzazione di sedi espositive adeguate per alcuni settori culturali e produttivi come l'arte contemporanea, il design, la moda.
Il polo di riqualificazione dell'intero sistema museale e culturale di Milano é il Quadrato della Cultura, nell'area del Parco Sempione, comprendente il Castello Sforzesco, il Palazzo dell'Arte, l'Arena, l'Arco della Pace e i Caselli (Figura 7).
A differenza di altre metropoli europee, Milano non necessita di particolari opere di trasformazione edilizia e urbanistica ma, avvalendosi delle opportunità che la storia le ha lasciato, potrebbe, avviando un processo di autoprogettazione del centro urbano, disporre di 70- 80.000 mq coperti, contro i 20-30.000 mq del Beaubourg a Parigi e i 50-60.000 mq del Barbican a Londra, immersi nel verde, al servizio della cultura più avanzata.
La valorizzazione dell'area, di circa 50 ha, la ri-scatterebbe in tempi relativamente brevi (2000) dal carattere di periferia centrale, riqualificando, non solo gli elementi che vi ricadono, ma anche i tessuti urbani limitrofi.
La ristrutturazione del subsistema bibliotecario milanese richiede una politica di ampio respiro che affronti, in via prioritaria, la questione di una nuova sede per la biblioteca centrale. Infatti, oltre alla progressiva copertura della carenza di sedi decentrate, all'adeguamento in termini di accessibilità, di strutture e di dotazione delle sedi esistenti, occorre pensare a un nuovo polo intelligente in grado di generare e gestire un vero e proprio sistema comprendente tutte le biblioteche presenti sul territorio e in comunicazione con altri sistemi analoghi a livello internazionale.
La localizzazione più appropriata per la biblioteca elettronica, in termini di accessibilità e inserimento nel sistema complessivo della cultura, é nell'area del complesso carcerario di San Vittore di prossima dismissione. Con tale localizzazione si completerebbe un polo civile urbano, vero centro vitale integrato, costituito dal Quadrato della Cultura e da una serie di edifici e luoghi urbani di notevole interesse; polo che, in proiezione futura, potrebbe ulteriormente espandersi nell'area attualmente occupata dal Museo della Scienza e della Tecnica.
Il subsistema universitario rappresenta uno degli elementi portanti della rete della cultura.
Il necessario potenziamento dell'università milanese e lombarda, deve caratterizzarsi, in termini di qualità e non di quantità, secondo un modello di sistema universitario integrato multipolare. Milano deve porsi come centro intelligente, a servizio dell'intero sistema a rete integrato sul territorio regionale attraverso la riqualificazione delle proprie sedi e il decentramento dei nuovi insediamenti in aree dismesse (Bovisa, Vittoria, Bicocca).
L'esistenza di questo polo forte rappresenta la base per la prospettiva dell'università in Lombardia, basata sullo sfoltimento verso la rete di città minori e storiche che, per le possibilità territoriali, offrono qualità di insediamento e riequilibrio dei flussi (li83% dei circa 200.000 studenti iscritti attualmente in Lombardia é concentrato nel polo milanese).
In tale sistema policentrico, interagiscono tramite reti infrastrutturali (trasportistica-informazionale- decisionale) sedi storiche (Milano e Pavia), sedi in capoluoghi di province con almeno 1 milione di abitanti (Bergamo, Brescia, Como, Varese), e sedi di università residenziali con forte specializzazione (Sondrio, Mantova, Cremona e Castellanza). Il sistema può anche arricchirsi di altre sedi esistenti, da potenziare o in progetto, nel sistema padano centrale (Alessandria, Vercelli, Novara, Parma, Piacenza, Verona, Ferrara) in correlazione dei flussi reali.