vai al sito della Camera di Commercio di Milano

Impresa & Stato N°27 - Rivista della Camera di Commercio di Milano

LA RICERCA A MILANO NELLE SCIENZE DI FRONTIERA

di Lilia Alberghina


Nella profonda ristrutturazione dell'economia mondiale che si é verificata negli ultimi ventianni con l'inasprirsi della competizione tra le aree industrializzate e con l'ingresso concorrenziale dei Paesi di nuova industrializzazione, l'Italia si é attestata in una posizione di notevole preminenza per prodotto nazionale lordo, con una specializzazione però che riguarda attività produttive a minor valore aggiunto.
Infatti, il nostro Paese ha punti di forza nei settori tradizionali (tessile, abbigliamento, prodotti per la casa ecc.), ha buona tenuta internazionale nei settori ad alto contenuto ingegneristico, ma é molto debole nei settori basati sulla scienza (elettronica, chimica fine, farmaceutica, aerospaziale, strumentazioni scientifiche ecc.) e nei settori con produzioni di larga scala (siderurgico, automobilistico, gomma, vetro, cemento, industria alimentare ecc.) che richiedono, per continuare a essere competitivi, una forte innovazione tecnologica.
Questa situazione si profila particolarmente pericolosa con il Mercato Unico europeo e con la concorrenza che potrà venire dai Paesi dell'Est, per cui l'Italia, per mantenere il tenore di vita raggiunto, deve necessariamente produrre beni e servizi di elevato valore aggiunto e quindi spostare rapidamente la sua specializzazione industriale verso prodotti innovativi e di qualità. Questa nuova formulazione della politica industriale determina, fra l'altro, il passaggio dalle città delle ciminiere e delle catene di montaggio alle città della conoscenza e delle attività dematerializzate, che peraltro sono quelle che stanno caratterizzando l'attuale fase dello sviluppo culturale dei Paesi industrializzati.
Essendo stata la città per definizione industriale rispetto al panorama nazionale, anche la città di Milano deve affrontare tale passaggio e, dato che le risorse fondamentali dello sviluppo economico non sono più le materie prime, ma soprattutto le capacità scientifiche e tecnologiche, ecco che diventa cruciale, anche per il capoluogo lombardo, individuare modi ottimali per favorire la formazione, il trasferimento tecnologico e l'applicazione produttiva.
Va tenuto in conto, al riguardo, che Milano, rispetto all'Europa, é pur sempre una delle isole complessivamente più importanti per l'innovazione basata sulla ricerca nei campi della biotecnologia, dell'informatica, dell'aeronautica e dello spazio. E in più la Lombardia é una delle regioni europee dotate di elevate condizioni di accessibilità e recettività nei confronti delle idee e degli investimenti innovativi.
Esistono dunque le condizioni per partecipare attivamente al nuovo corso dello sviluppo economico e sociale, producendo quella nuova e specialissima forma di energia che é la conoscenza applicata al lavoro.
Purtroppo queste condizioni sono sfruttate solo in parte a causa della mancanza di una chiara, dichiarata strategia per la loro valorizzazione. Si direbbe che Milano, forse per eccesso di prudenza oltre che di carenza di strategie, stia perdendo il senso del proprio ruolo e, alla lunga, anche l'istinto di sopravvivenza, accontentandosi di una filosofia del giorno per giorno che la sta portando verso livelli sempre più preoccupanti di mancanza di competitività.
Perno di una struttura urbana policentrica lombarda e padana, per Milano é dunque giunto il momento di prestare maggiore attenzione al resto del mondo, con una più ampia assunzione di responsabilità (di capacità di risposta) nei confronti a) del sistema più direttamente di pertinenza (la Lombardia e la Padania come rete urbana; l'Italia come soggetto politico-economico) e b) del sistema più mediato di appartenenza (l'Europa e il mondo economicamente sviluppato).

CRESCITA DELLA CONOSCENZA E RUOLO DELLE BIOTECNOLOGIE

Le biotecnologie costituiscono una leva primaria di sviluppo, questiultimo inteso come crescita della conoscenza, miglioramento della qualità della vita, incremento delle opportunità di lavoro e diffusione del benessere. Come é avvenuto per le tecnologie informatiche, le biotecnologie rappresentano non tanto un'occasione quanto piuttosto una necessità, dati i loro effetti attesi sulla produttività dei sistemi economici.
Le biotecnologie possono rappresentare quel valore aggiunto di cui abbiamo bisogno per far fronte all'aumento strutturale dei costi derivanti dalla necessità di salvaguardare e bonificare l'ambiente, da un lato, e dall'altro di assicurare la miglior tutela della salute: campi in cui le biotecnologie possono intervenire con esiti di altissima resa e qualità. Molto diffuso é anche il mercato, attuale e soprattutto potenziale, per l'applicazione delle biotecnologie alle produzioni agro- industriali, così come é importante il mercato delle produzioni ad alto valore aggiunto non alimentari (chimiche).

IL PROGETTO "BIOPOLO LOMABARDIA"

Le produzioni biotecnologiche, come si é appena detto, sono molto diversificate e molto importanti per l'economia di un Paese, soprattutto per l'Italia che ha oltre un quinto del Pil proveniente da attività industriali di trasformazione e di produzione, basate su prodotti di origine organica e biologica. Per questo settore si importano annualmente prodotti per oltre 75.000 miliardi e si consumano materie prime per oltre 50.000 miliardi: dati che danno un'idea globale degli ampi margini che una razionalizzazione e una valorizzazione della produzione, basata sull'innovazione biotecnologica, potrebbero comportare per questi settori dell'economia. Va infine sottolineato come l'innovazione biotecnologica possa essere un forte propulsore del mercato occupazionale: due milioni di posti di lavoro si verrebbero a creare entro il 2000 nei Paesi della Cee ove le politiche industriali di sostegno al settore venissero compiutamente attivate.
E' per questi motivi che l'Aim (Associazione Interessi Metropolitani di Milano) ha ritenuto prioritario sviluppare un progetto, completo di fattibilità, per una infrastruttura detta Biopolo Lombardia, capace di potenziare l'innovazione biotecnologica soprattutto a partire dall'area metropolitana milanese. E' in questiarea infatti che si presentano condizioni ottimali per tale localizzazione: numerosa e qualificata é la comunità scientifica di ricercatori delle Università milanesi e lombarde e degli Enti pubblici di ricerca impegnati nelle biotecnologie; molte sono le imprese importanti nel settore della bioindustria che qui hanno centri di ricerca e/o produzione (Farmitalia, Lepetit, Zambon, Pierrel, Recordati, Bracco, Italfarmaco, Schiapparelli ecc. per il settore farmaceutico; Eni, Montedison, Snia e Caffaro per la chimica; Star, Galbani, Invernizzi e Lazzaroni ecc. per il settore alimentare, oltre alle attività produttive nel settore della strumentazione scientifica e della protezione ambientale).
Il quadro favorevole si completa con la presenza di molte piccole imprese operanti nei vari settori; di un tessuto economico- finanziario recettivo all'innovazione; di collegamenti internazionali; di molte Università e di nuovi Dipartimenti dell'Università di Milano dedicati alle Scienze Ambientali, Biotecnologiche e Nuovi Materiali.

LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA E GLI OBIETTIVI DEL BIOPOLO

Struttura di ricerca e di trasferimento, il Biopolo Lombardia svolgerà tre funzioni riconosciute indispensabili per lo sviluppo delle biotecnologie e della bioindustria:
-Ricerca multidisciplinare e sviluppo nei settori strategici delle biotecnologie industriali e ambientali. Questa funzione sarà svolta dal Mib (Milan Institute of Biotechnology) che lavorerà in stretta collaborazione con le Università e con gli Enti pubblici di ricerca; svolgerà anche attività di certificazione, di validazione delle biotecnologie e di ricerca su contratto.
-Supporto alla industrializzazione nel settore, sia attraverso programmi di ricerca sia tramite la costituzione di un Centro di innovazione per la Bioindustria - Cib, che fornisce servizi reali alle imprese innovative in via di sviluppo e alle imprese esistenti che vogliano diversificarsi nel settore; assicurerà anche attività di trasferimento tecnologico, di consulenza economico-manageriale e brevettuale alle piccole industrie.
-Il Biopolo assicurerà anche attività di comunicazione e di formazione permanente sia verso la pubblica opinione sia per gli addetti ai lavori.
Gli obiettivi del Biopolo Lombardia sono quelli di promuovere la filiera dell'innovazione per le biotecnologie, di offrire una committenza alla ricerca di base del settore, di promuovere la ricerca e lo sviluppo, di sostenere l'industrializzazione, di promuovere un'ampia e corretta informazione nel settore.
*Intervento tratto dalla ricerca: Biopoli e parchi scientifici. Una proposta per Milano, svolta presso l'Associazione Studi Biotecnologici.