
Impresa & Stato N°27 - Rivista della Camera di Commercio di Milano
LE INFRASTRUTTURE COME FATTORE DI COMPETITIVITA'
di Angela Airoldi
Negli ultimi anni la dinamica dei fenomeni economici é stata
sempre più caratterizzata dall'emergere di una crescente
concorrenza che si é progressivamente spostata dalle singole
imprese ai sistemi economici e territoriali, determinando
l'esigenza di una riconsiderazione dei rapporti esistenti tra
soggetti produttivi e ambiente in cui questi operano. Il
raggiungimento e il mantenimento di posizioni competitive sono
sempre più il risultato della interazione tra le azioni dei
singoli soggetti (non solo economici) e la disponibilità di
risorse presenti nel contesto socio-economico di riferimento.
Questiultimo é funzione di variabili strutturali tra cui le
istituzioni, i settori produttivi, il mix pubblico-privato, le
risorse umane e naturali, le infrastrutture, le radici culturali
che si modificano in genere attraverso processi di lungo periodo,
ma che recentemente hanno mostrato una forte accelerazione,
incalzati da eventi imprevedibili quali la fine della guerra
fredda, a livello mondiale, e l'avviato processo di trasformazione
delle istituzioni, in Italia.
Il contesto milanese, se da un lato
é stato teatro privilegiato dei processi di trasformazione in atto
nel Paese, dall'altro sembra presentare un persistente e
preoccupante immobilismo in alcune delle variabili chiave che
concorrono a determinare la qualità ambientale del sistema
economico. In particolare, la dotazione infrastrutturale della
città sembra non essere stata in grado di supportare le crescenti
esigenze di mobilità, trasporto e comunicazione messe in atto
dall'evoluzione dei mercati e dei processi produttivi. A fronte di
una articolata capacità progettuale, infatti, la realizzazione dei
progetti infrastrutturali incontra enormi difficoltà e, quando si
arriva al cantiere, i tempi di esecuzione delle opere sono
infiniti, con la conseguenza di lavori eternamente in corso o
addirittura bloccati. E questo mentre altre grandi città europee
hanno puntato proprio sulla realizzazione di importanti progetti
infrastrutturali e sulla riqualificazione del proprio tessuto
urbano per riconfermare o conquistare nuovi spazi competitivi. I
piani di Barcellona, Monaco, Francoforte, Lione sono esempi, tra i
più noti, in cui il rinnovamento della dotazione infrastrutturale,
intesa in senso lato, ha contribuito al rilancio di queste città
che, a pieno titolo, sono inserite nelle più alte gerarchie
urbane. Ma le infrastrutture di trasporto, di telecomunicazione e
di supporto (fiere, centri interscambi merci ecc.) hanno un ruolo
importante anche nei piani di rilancio di città che hanno finora
occupato posizioni gerarchiche non di primo piano: il progetto
EuraLille sta rivitalizzando un'area in forte declino industriale;
la dotazione di un importante sistema di infrastrutture é il punto
di forza per lo sviluppo delle città dell'innovazione della
regione Paca (Provence, Alpes, Còte d'Azur) di cui Marsiglia,
Nizza, Tolone e Avignone sono i poli di maggior rilievo.
Le
esperienze delle città estere ribadiscono l'importanza delle
infrastrutture nel creare in un'area (urbana e non) l'ambiente
migliore per lo sviluppo di attività economiche innovative, per la
rivitalizzazione economica di aree in declino, per il mantenimento
di tessuti produttivi già consolidati.
E' infatti sull'efficienza
dell'ambiente, nelle sue componenti infrastrutturali,
organizzative e di qualità della vita, che si determinano il grado
di competività delle attività locali e la capacità di un'area
urbana di divenire polo di attrazione per attività nazionali ed
estere. Nella ormai avanzata competizione fra grandi sistemi
territoriali, le infrastrutture giocano un ruolo di primo piano
sotto un duplice aspetto:
-contribuiscono ad aumentare
l'efficienza del sistema territoriale complessivo. Una buona rete
di infrastrutture connettive interne e l'efficienza dei servizi di
comunicazione e di trasporto che su queste reti si svolgono
assicurano, infatti, una migliore organizzazione delle funzioni
sul territorio e una più efficiente divisione spaziale del lavoro
fra centri urbani;
-determinano l'efficienza delle
interconnessioni a rete con l'esterno, sia nel senso strettamente
fisico delle reti infrastrutturali di viabilità e trasporto sia
nell'aspetto economico, contribuendo a creare una rete urbana di
complementarietà costituita da più centri che possono usufruire di
strutture e servizi (fiere specializzate, unità di ricerca,
università, centri di formazione ecc.) non compatibili con la loro
limitata dimensione assoluta. In tal modo, vengono aumentate le
possibilità per ogni centro, e per le imprese che vi sono
localizzate, di allargare la propria area di influenza e il
proprio mercato e di avviare stabili processi di
internazionalizzazione.
Sul piano macroeconomico, dunque, le
infrastrutture si delineano come un vantaggio competitivo offerto
da una città rispetto ad altre, non solo in stretti termini di
economie esterne fruibili dalle attività produttive, ma anche in
termini di determinanti dell'ambiente socio-economico in cui sono
inserite e operano tali attività e della qualità della vita che le
diverse aree sono in grado di offrire. Da qui l'inserimento delle
infrastrutture tra i fattori di localizzazione per le imprese
nazionali ed estere attorno ai quali si sono articolate varie
classifiche comparative sulla capacità di attrazione di diverse
città in grado di offrire livelli differenti di economie
esterne.1
In questo contesto le infrastrutture vengono a delinearsi
nella loro caratteristica di bene pubblico, ossia di capitale
fisso sociale con un elevato grado di accessibilità pubblica e,
come tale, raramente fornito dal mercato in modo efficiente.2 E'
evidente che, entro certi limiti, i fattori di produzione privati
(capitale e lavoro) possono sostituirsi al capitale fisso sociale
e ciò che diventa allora rilevante é il costo al quale la
sostituzione é possibile e la misura in cui é fattibile. Le
infrastrutture, infatti, richiedono notevoli investimenti che
implicano un lungo ciclo di vita dell'infrastruttura stessa;
dipendono dalle scelte infrastrutturali fatte in precedenza e
spesso non sono sostituibili per l'impossibilità di rimpiazzare
l'infrastruttura con altre risorse quando non é disponibile o é
saturata da una domanda elevata.3 Quanto più é alto il costo di
sostituzione tanto più le infrastrutture si rivelano condizione
necessaria, anche se non sufficiente, per lo sviluppo economico di
un sistema territoriale e per le sue potenzialità di crescita:
solo la presenza e un corretto uso delle risorse private possono o
meno assicurare il pieno sfruttamento delle potenzialità attivate
da una buona dotazione infrastrutturale. E' pur vero, tuttavia,
che le infrastrutture, nella misura in cui contribuiscono ad
incrementare la produttività delle risorse private, ad abbassare i
costi di utilizzo del capitale privato o, ancora, ad attrarre
localizzazioni esterne di soggetti economici e di fattori,
costituiscono un vantaggio assoluto e non relativo nella
competizione tra differenti sistemi a base territoriale.4
Nel breve
periodo le infrastrutture, soprattutto nella loro fase di
realizzazione, costituiscono un potente catalizzatore di
investimenti pubblici e privati e quindi un volano in grado di
attivare processi di sviluppo di più ampia portata, senza contare
che rappresentano anche una rilevante opportunità occupazionale
che non si esaurisce nei cantieri, ma che si moltiplica, prima,
nell'indotto generato dalla realizzazione delle opere e, poi,
nella loro gestione e nei servizi che si attivano.
Anche a livello
microeconomico le infrastrutture giocano un ruolo di primo piano
dal momento che incidono sulla determinazione del livello di
economie esterne di cui le imprese possono beneficiare in un dato
sistema territoriale e, di conseguenza, intervengono nella
definizione del grado di competitività delle stesse imprese. La
presenza di una o più infrastrutture é in grado di generare per
ciascuna funzione aziendale dei benefici netti (o dei minori
costi) legati al manifestarsi di specifiche economie esterne
attivate dall'esistenza e dal corretto funzionamento/utilizzo
delle infrastrutture. Un efficiente sistema di reti di
telecomunicazioni, ad esempio, sarà in grado di assicurare alle
funzioni di amministrazione, finanza e controllo, ricerca e
sviluppo, innovazione e tecnologia una serie di economie esterne
che avranno positive ricadute sulla gestione complessiva
dell'impresa. Ancora, la disponibilità di sistemi rapidi di
trasporto merci su lunga distanza avrà effetti positivi sulla
funzione logistica e di produzione in genere. Tra le
infrastrutture che generano economie esterne per le imprese, le
infrastrutture di trasporto e di comunicazione sono certamente
quelle di cui é più immediato ed evidente il potenziale di
ricaduta positiva sulle funzioni aziendali dell'impresa,
traducendosi facilmente e quasi automaticamente in risparmi di
costi e di tempi. Ma anche la presenza e la disponibilità delle
altre tipologie di infrastrutture, per la tecnologia e
l'innovazione (edifici intelligenti, centri di ricerca, science
park ecc.), per la formazione (Università, centri di formazione
ecc.), per la regolazione e il funzionamento dei mercati (borsa,
fiere, servizi finanziari...), per la qualità della vita e
l'ambiente (strutture culturali e sportive, impianti di
smaltimento dei rifiuti, impianti di depurazione, normative
antiinquinamento ecc.) danno origine a evidenti economie esterne
per le imprese che accrescono l'efficienza delle varie funzioni
interne e intervengono positivamente nelle interazioni con gli
altri soggetti economici e con i mercati. Alle economie esterne
possono essere associati una migliore qualità degli input, minori
costi di aggiornamento e di mantenimento degli input stessi,
maggiori possibilità di attrarre dall'esterno nuovi e qualificati
input, minori costi per ovviare a strozzature e/o inefficienze del
sistema, minori costi di congestione, migliore qualità della vita.
A sua volta, una migliore qualità degli input determina un
incremento della loro produttività e/o il miglioramento del
rapporto prezzo/qualità del prodotto finale. La presenza di
infrastrutture per l'istruzione, ad esempio, riduce i costi
diretti sostenuti dall'impresa per la formazione delle risorse
umane, mentre un buon livello della qualità della vita ne
impedisce l'allontanamento.5 La presenza delle infrastrutture,
dunque, mette in moto circoli virtuosi in grado di migliorare le
performance delle imprese, e del sistema nel suo insieme,
aumentandone le potenzialità competitive: solo un elevato grado di
efficienza può far sì che l'ambiente in cui operano i diversi
soggetti diventi un sistema competitivo rispetto ad altri sistemi
produttivi e territoriali.Il rilievo che le infrastrutture hanno
nella determinazione della capacità competitiva di un sistema
territoriale, e delle imprese che vi sono localizzate, ha da tempo
trovato ampio spazio nei molti studi comparativi volti a
evidenziare, nelle aree urbane messe a confronto, le diverse
dotazioni di fattori competitivi strategici.6 Tali studi pongono a
confronto insiemi di indicatori oggettivi di dotazione
infrastrutturale e/o raccolgono e analizzano le preferenze
localizzative espresse da operatori internazionali, utilizzando
quindi indicatori soggettivi di attrattività delle differenti
aree.
In questo filone di studi si inserisce la recente indagine
condotta da Gruppo Clas7 presso 450 imprese localizzate nell'area
milanese: l'obiettivo era quello di individuare, attraverso
l'analisi dei fattori di offerta dell'area, quali sono le leve su
cui agire per aumentare la competitività del sistema. L'ipotesi di
lavoro era quella di distinguere gli interventi di diretta
competenza del potere pubblico locale o centrale da quelli in cui
l'azione pubblica può avere solo un impatto indiretto di
regolazione. La ricerca, inoltre, ha in prospettiva l'esame
comparato a livello internazionale dei risultati ottenuti in
analoghe indagini in corso in altre città europee. Tale esame
consentirà di verificare l'incidenza dei fattori locali sulle
performance competitive delle imprese e quindi di individuare i
fattori da privilegiare in un'azione di politica pubblica a
sostegno dello sviluppo.
Vengono di seguito riportati e analizzati
i risultati relativi ai fattori più strettamente infrastrutturali
tra i 58 presi in considerazione dall'indagine che fa riferimento
anche a fattori di costo, alla disponibilità di risorse, alla
prossimità ad altri soggetti economici e alle fonti di
informazione, alla qualità della vita e alle politiche locali. I
fattori che verranno presi in considerazione sono indicati
nell'indagine come fattori di accessibilità dal momento che
comprendono le principali tipologie di infrastrutture che
consentono di superare le distanze, comunque intese, e che
incidono sulla competitività intervenendo sui costi di trasporto e
di comunicazione in genere. A tale proposito, e per inciso,
occorre ricordare che l'azione di queste infrastrutture non é a
senso unico e che le economie che sono in grado di generare sono
sempre più accompagnate da diseconomie (costi di congestione, ad
esempio) e costi sociali elevati8 (inquinamento acustico e
atmosferico) che richiedono un intervento pubblico volto non solo
a fornire le infrastrutture, ma anche regolamenti nell'utilizzo
delle stesse o servizi sostitutivi (trasporti pubblici). I fattori
di accessibilità, o infrastrutture, sui quali gli intervistati
sono stati invitati a esprimere il grado di importanza assunta per
l'impresa e la loro valutazione in termini di dotazione dell'area
sono: la viabilità stradale urbana, i trasporti pubblici urbani ed
extraurbani; la rete autostradale, le ferrovie, gli aeroporti, i
mezzi di trasporto di persone e merci, le reti tradizionali e
quelle avanzate di telecomunicazioni.La domanda di fattori
localizzativi, misurata in base all'importanza attribuita loro
dalle imprese intervistate, appare dominata proprio dai fattori
legati alla dotazione infrastrutturale dell'area nel campo dei
trasporti e delle telecomunicazioni (Tabella 1). Questi fattori,
insieme per lo più a fattori di costo, vengono indicati da oltre
il 50% delle imprese come importanti o fondamentali per la loro
attività. In particolare, le autostrade vengono ritenute molto
importanti dal 65,5% delle imprese, la viabilità urbana dal 61,3%,
le telecomunicazioni dal 55,8% e gli aeroporti dal 50 per cento.
Va segnalata l'estrema rilevanza che viene attribuita alla
vicinanza di autostrade (fondamendali per quasi il 30% delle
imprese) e alla viabilità urbana che nella classifica si collocano
immediatamente a ridosso del costo del lavoro in assoluto il
fattore più importante e immediamente prima della disponibilità
di lavoro qualificato (segnalato dal 60% delle imprese). Tra i
fattori più importanti non compaiono i sistemi di trasporto
collettivo su gomma o su ferro sia nel campo della mobilità delle
persone che delle merci, a conferma del ruolo secondario svolto da
questi modi di trasporto. Le infrastrutture di trasporto, con
l'unica eccezione delle ferrovie, vengono tuttavia indicate come
rilevanti da oltre il 40% delle imprese: il trasporto collettivo
di persone é importante sia a scala urbana (48% delle indicazioni)
che extraurbana (44%); il trasporto merci é indicato tra i fattori
importanti dal 47,7% delle imprese. Da segnalare il ruolo di primo
piano delle telecomunicazioni avanzate che si collocano al
tredicesimo posto della classifica, precedendo, tra l'altro i
servizi alle imprese e la formazione professionale. Le ferrovie si
collocano solo al 36í posto, citate da circa il 37% delle imprese:
in ogni caso viene confermata la rilevanza delle dotazioni
infrastrutturali che risultano spesso per le imprese più
importanti delle risorse che derivano da processi di mercato. Le
prime, inoltre, risultano avere un carattere più trasversale,
interessando la maggioranza delle imprese presenti sul territorio,
mentre le altre sembrano più collegate a specializzazioni
particolari, anche se con intensità diverse: i benefici che
potrebbero derivare da un miglioramento delle infrastrutture di
trasporto e di telecomunicazione si distribuirebbero in modo
diffuso sul sistema produttivo, mentre interventi finalizzati a
rendere più disponibili altre risorse dovrebbero avere una
destinazione più selettiva e mirata a particolari tipologie di
impresa. Da segnalare, inoltre, come l'insieme dei fattori che
assicurano l'accessibilità del sistema sia più importante per le
attività terziarie che per l'industria, sorprendentemente meno
interessata ai trasporti. Di fatto, l'evoluzione dei servizi ha
evidenziato una crescente esigenza di mobilità delle persone anche
sulle medie e lunghe distanze e quindi ha determinato un
progressivo interesse verso il trasporto sia aereo che
ferroviario, mentre l'importanza dei trasporti stradali varia meno
fra i diversi settori a causa del peso assunto dal trasporto su
strada nell'industria. In buona parte legato alla localizzazione
delle diverse attività é il dualismo che si riscontra fra centro e
periferia: nel centro é presente un numero maggiore di imprese che
hanno un elevato fabbisogno di interazione tra le persone e che
quindi ritengono particolarmente importante il sistema dei
trasporti e delle telecomunicazioni. Le attività industriali, più
concentrate al di fuori della città, attribuiscono invece maggiore
importanza alla vicinanza di autostrade. E' interessante osservare
che non emergono differenze marcate tra centro e periferia per
quanto riguarda l'importanza degli aeroporti: questo é abbastanza
sorprendente data la forte specializzazione terziaria di Milano
cui dovrebbe corrispondere una maggiore domanda di servizi
aerei.
Nel corso delle indagini é stato chiesto alle imprese di
esprimere anche una valutazione sull'offerta dei diversi fattori
presi in considerazione. Si tratta naturalmente di un giudizio
strettamente legato alle percezioni dei soggetti intervistati e
quindi difficilmente riconducibile a una valutazione oggettiva
dell'esistente: manca una relativizzazione con localizzazioni
alternative e inoltre i fattori possono avere una variabilità
significativa all'interno dell'area esaminata. Tuttavia, e al di
là dei possibili limiti, le valutazioni raccolte rappresentano un
indicatore, non facilmente sostituibile, della capacità della
città di rispondere ai bisogni delle imprese che vi sono
localizzate (Tabella 2). Il quadro che ne emerge non é molto
confortante e i punti di debolezza9 sono molteplici:
dall'insoddisfazione per l'azione pubblica locale, alla mancanza
di abitazioni e di sicurezza, dai costi elevati alle carenze delle
infrastrutture per la mobilità. Per quanto riguarda questiultimo
fattore, l'indagine evidenzia una diffusa insoddisfazione per il
livello di dotazione infrastrastrutturale e dei servizi di
trasporto, soprattutto nell'ambito dell'accessibilità locale. In
particolare i punti di maggiore insoddisfazione si registrano in
Milano città nei confronti della mobilità stradale, mentre
nell'area Ovest-Sud-Est sono soprattutto i servizi di trasporto
collettivo a essere ritenuti fortemente carenti. Aeroporti,
autostrade, telecomunicazioni e sistemi di trasporto merci
ricevono giudizi migliori, anche se fortemente contrastati per cui
ciascun fattore riceve sì giudizi positivi dalla maggioranza delle
imprese, ma anche giudizi molto negativi da un numero non
trascurabile di imprese. Complessivamente, dunque la situazione
infrastrutturale dell'area milanese sembra non soddisfacente per
la maggioranza delle imprese. Tale giudizio si fa più pesante e
preoccupante per la capacità futura di recuperare competitività se
si considera che é proprio all'azione pubblica, cui spetta un
ruolo fondamentale nella predisposizione delle infrastrutture in
senso lato, che va il maggior biasimo delle 450 imprese
intervistate.NOTE
1)-Tra le più note indagini che hanno portato
alla composizione di classifiche tra le città europee si
ricordano: S. Alessandrini, C. Secchi, 1992; Banca della Svizzera
italiana, 1992; Cambridge Econometrics, 1991; P. Cheshire, 1990;
S. Conti, G. Spriano, 1991; IReR, 1988; Datar-Reclus, 1989;
Pirelli, 1990; G. Pola, 1992; Studio Ambrosetti, 1991.
2)-Per una
più ampia definizione del concetto si rimanda ad A. Bramanti, 1992
e all'ampia letteratura cui si fa riferimento.
3)-Cfr. op.cit.
4)-
Cfr. op. cit., pag. 11.
5)-Per una schematizzazione dei rapporti
tra funzioni aziendali e tipologie di infrastrutture si rimanda ad
A. Bramanti, op. cit.
6)-Cfr. nota n. 1.
7)-La ricerca dal titolo,
Competizione territoriale e contesto metropolitano: il caso
milanese, é stata realizzata da Gruppo Clas per conto di
Assolombarda e Camera di Commercio di Milano.
8)-Cfr. G. Gorla,
1991.
9)-I giudizi sulla dotazione di fattori sono stati riuniti in
quattro gruppi: punti di maggiore debolezza quando meno del 25%
delle imprese intervistate ha espresso un giudizio positivo sulla
dotazione di quel fattore; punti di debolezza quando il giudizio
di insoddisfazione vede coinvolto tra il 25 e il 50% delle
imprese; punti di forza quando almeno il 75% delle imprese ha
valutato positivamente l'offerta; mediamente positiva l'offerta
degli altri fattori.
Bibliografia
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