Un secondo punto:Ecco allora un secondo punto: una nuova statualità deve essere organizzata attorno al ruolo particolare che le Autonomie funzionali hanno già assunto e che è a cavallo fra il sistema delle vecchie autorità a rappresentanza politica generale e il crescente sistema di autorità funzionali a rappresentanza di interessi specifici.Sul mercato le imprese non operano quasi mai in una logica di contiguità, ma operano a rete. Il mercato è a sua volta una rete, ma la sua organizzazione non si basa solo sull'esistenza di regole: ha anche un grande bisogno di strutture tecnico-politiche preposte ai processi più delicati che in esso si svolgono. L'organizzazione politica tende a non essere più organizzata all'insegna della tradizionale gerarchia: somiglia, semmai, all'organizzazione di un'orchestra, nella quale tutti i musicisti devono conoscere l'intera partitura. Il governo in una società di mercato non è più lo stesso delle società tradizionali, dove contribuiva direttamente a stabilire comportamenti e ad allocare risorse. Oggi l'autodeterminazione dei consumatori e i meccanismi complessi dello stesso mercato svolgono autonomamente queste funzioni. Compito della governance diventa allora sempre più quello di preparare la partitura capace di far produrre alle cosiddette "forze di mercato" i risultati collettivi auspicati, lasciando ampi spazi di improvvisazione così da assecondare il mutare dei gusti del pubblico. In questa prospettiva la qualità dominante per una classe dirigente diventa saper ascoltare e capire per poter coordinare e rendere coerenti i comportamenti dei governati con i postulati dei governanti, piuttosto che trasmettere un suo proprio "sapere". Cambia la qualità delle regole che devono essere prodotte, cambia radicalmente il modo di amministrarle, si riduce il tasso di garantismo, nascono modi nuovi di governare sempre più intrisi di governance, cioè valorizzazione dell'uso della regola di mercato in alternativa alla norma e concentrazione sulla predisposizione di meccanismi "ad hoc" piuttosto che su decisioni "ad nutum Principis". La vera chiave è allora nell'integrazione degli ambiti autonomistici territoriali, sociali e funzionali in un sistema di meccanismi a rete: una volta tipicamente i Ministeri; oggi sempre più le Direzioni Generali di Bruxelles o appunto le varie Agenzie, nazionali o internazionali. Ed è attraverso il colloquio con questo tipo di statualità specialistica e funzionale che già oggi le imprese, le piccole come le grandi, sono invitate, quando non addirittura costrette, a interloquire con una statualità che è già, insieme, funzionale e meta-nazionale. Non a caso l'Unione Europea ha scelto un'articolazione funzionale. Il che ha certamente contribuito ad aggravare la crisi in atto nei tradizionali meccanismi di rappresentanza del vecchio Stato e le incongruenze già visibili tra equilibri politici e riequilibrio a livello europeo dei grandi fenomeni di produzione, allocazione, utilizzazione delle risorse e delle reti ( tra le quali quella relativa allo spreco della disoccupazione è solo la più vistosa: basterebbe ricordare l'ambiente), Ma ha soprattutto contribuito a chiarire a tutti perché è importante ripensare lo Stato nei suoi rapporti con la moneta, l'impresa, il lavoro, la relativa rappresentanza.
Sintesi da "L'Italia si
e' rotta?" di Piero Bassetti, Laterza,1996
|