Impresa
& Stato n°47
«BASSANINI/IMPRESE»,
REGIONE E CAMERE DI COMMERCIO
di
Angelo
Lassini
La proposta di legge della
Lombardia, accanto ai compiti conferiti a Province e Comuni, prevede un
ruolo di rilievo anche per le CdC.
L’attuazione
della «riforma Bassanini» da parte delle Regioni è in
piano svolgimento: la Lombardia ha anticipato i tempi, tanto che nel luglio
’98 la Giunta regionale aveva già approvato il progetto di legge
per recepire e organizzare la gestione delle nuove deleghe nei diversi
comparti economici, nell’area sociale e nel settore delle infrastrutture.
Non appena il consiglio regionale avrà varato definitivamente il
testo, Province e Comuni avranno la responsabilità di progettare
e realizzare tutta una serie di nuovi servizi e infrastrutture, dal trasporto
locale all’urbanistica, dalla protezione civile all’edilizia pubblica,
dalla formazione al collocamento delle persone in cerca di lavoro.
Tuttavia, accanto al cosiddetto
«Bassanini/Enti Locali», e cioè al conferimento delle
deleghe dal Governo alle Regioni (decreti legislativi) e successivamente
dalle Regioni agli Enti Locali (leggi regionali), si può ormai chiaramente
individuare nei decreti Bassanini anche un altro approccio, complementare
al primo ma che in realtà si potrebbe configurare come un sistema
unitario, dotato di propria logica e specificità e che potremmo
indicare come il «Bassanini/Imprese».
Questo sistema si evidenzia
qualora si incrocino e si valutino contestualmente da un lato i decreti
legislativi di «delega» (il decreto sul collocamento/mercato
del lavoro e il titolo dedicato all’economia del decreto Bassanini 112)
e di «riforma» (decreto sul Commercio), e dall’altro alcuni
decreti presidenziali di «semplificazione», come il decreto
per l’autorizzazione degli impianti produttivi e l’istituzione dello Sportello
unico e quello per la razionalizzazione del sostegno pubblico alle imprese.
L’INSIEME
DELLE RIFORME
In particolare, gli elementi
principali del «Bassanini/Imprese» sono:
- riforma del collocamento:
già il decreto di riferimento individua fin nei particolari il riparto
delle competenze tra Regione (Agenzia del lavoro, Commissione tripartita,
programmazione degli interventi di politica del lavoro) e Province (Centri
per l’impiego e gestione del collocamento). La legge lombarda di attuazione,
oltre che come strumento di recepimento e di riorganizzazione, si sta configurando
anche come una vera e propria revisione delle complessive politiche attive
del lavoro: una nuova struttura, l’Agenzia regionale per il lavoro, assicurerà
l’assistenza tecnica e il monitoraggio degli interventi, mentre i nuovi
Centri per l’impiego sostituiranno sul territorio le vecchie Sezioni circoscrizionali
del collocamento, garantendo la concertazione tra enti locali, parti sociali
e imprese;
- riforma del commercio:
questo decreto legislativo delega praticamente alle Regioni la revisione
di tutta la disciplina del commercio: dalla regolamentazione delle autorizzazioni
per le medie e grandi superfici di vendita alla formazione degli operatori
commerciali, dall’urbanistica commerciale al monitoraggio sull’efficienza
della rete distributiva, dallo sviluppo delle strutture commerciali nelle
aree deboli alla riqualificazione degli insediamenti commerciali nei centri
storici. La Regione è quindi chiamata a rivedere e integrare, entro
marzo 1999, le proprie normative in materia di commercio: sia per recepire
le nuove deleghe sia per l’adeguamento delle competenze già attribuite
ai nuovi indirizzi. Potrà essere un’occasione di grande rilievo
per procedere, in collaborazione con le Camere di commercio e di concerto
con le categorie produttive interessate, ad una completa riforma dell’intervento
regionale in uno dei settori cruciali dell’economia e del sistema occupazionale
della Lombardia;
- nuove deleghe in materia
di attività produttive: particolarmente corpose e sostanziali sono
le nuove competenze in campo industriale: praticamente sono delegate a
livello locale tutte le tipologie di agevolazione alle imprese, ad esclusione
del sostegno all’attività di ricerca e all’esportazione. Ciò
consentirà di evitare alle oltre 6.000 domande di agevolazioni presentate
ogni anno in Lombardia da altrettante imprese di essere trasferite per
l’istruttoria e la valutazione al Ministero dell’industria; la Regione
costituirà un Fondo unico per le agevolazioni ai diversi settori
produttivi. La Giunta regionale determinerà annualmente le strategie
e le specifiche aree di applicazione delle agevolazioni: diffusione delle
innovazioni, sviluppo della qualità, ammodernamento degli impianti,
nuovi insediamenti produttivi. Di rilievo è anche l’istituzione
presso i Comuni dello Sportello unico per le attività produttive:
importanti saranno gli orientamenti e i supporti delle Camere di Commercio
per l’organizzazione di questo nuovo servizio alle imprese.
- semplificazione delle
procedure per gli aiuti alle imprese: si tratta di un decreto legislativo
specifico (n. 123/1998) la cui attuazione a livello regionale potrà
costituire un fattore decisivo per migliorare le modalità di gestione
degli incentivi alle imprese (industriali, commerciali e turistiche, artigiane,
cooperative) sia per gli incentivi già di competenza regionale sia
per quelli delegati dalla riforma Bassanini; si pensi ad esempio al rilievo
che, ai fini della semplificazione delle procedure e ai conseguenti vantaggi
per le imprese, assumerà l’inquadramento delle singole tipologie
d’agevolazione nell’una o l’altra delle procedure previste dal decreto:
procedimento automatico, valutativo o negoziale. Il primo si applica quando
non è necessaria un’istruttoria da parte dell’ente pubblico che
concede le agevolazioni; la procedura valutativa, invece, riguarda i programmi
particolarmente complessi, mentre la procedura negoziale si utilizza per
gli interventi settoriali o territoriali come avviene per la programmazione
concertata: patti territoriali, contratti d’area e di programma;
- riordino della formazione
professionale: la fonte normativa è costituita da una specifica
delega al Governo prevista dal «Pacchetto Treu» riguardante
la revisione dei principali aspetti dei sistemi regionali della formazione
professionale: la formazione per l’apprendistato, la semplificazione delle
procedure di affidamento e di finanziamento delle attività formative,
la valorizzazione e la diffusione dei tirocini e degli stages, lo sviluppo
della formazione continua, la ristrutturazione e l’adeguamento dei centri
di formazione. Questi decreti, insieme alle deleghe in materia di formazione
contenute nel Bassanini 4, possono davvero costituire uno strumento aggiuntivo
e non certo secondario per una complessiva riforma della formazione professionale
in Lombardia;
- revisione dei procedimenti
autorizzativi per gli insediamenti produttivi: si tratta di uno dei cosiddetti
«decreti di semplificazione» che, stando almeno al testo attualmente
disponibile, potrebbero portare a notevoli vantaggi procedurali e quindi
di costo per tutte le imprese, non solo industriali, ma anche commerciali
e artigiane, che progettano nuovi insediamenti, ampliamenti, ammodernamenti
e riconversioni delle proprie localizzazioni. Buona parte degli effettivi
vantaggi, tuttavia, dipenderanno dalle modalità attuative di cui
doteranno le singole Regioni e dai supporti che saranno concordati con
le Camere di Commercio e le Province.
IL
RUOLO DELLE CAMERE
La rilevanza di queste riforme
contribuisce senza dubbio a spiegare come per tutti questi temi e
più in generale per la complessiva attuazione delle deleghe nei
diversi settori economici la proposta di legge della Lombardia, accanto
ai compiti conferiti a Province e Comuni, abbia previsto un ruolo di rilievo
anche per le Camere di Commercio, soprattutto per quanto riguarda la gestione
operativa degli interventi a vantaggio delle imprese (vedi tabella nella
pagina a fianco).
Per la prima volta, quindi,
almeno in Lombardia, non solo all’Ente Camerale sono state riconosciute
le competenze derivanti dalla rappresentanza istituzionale della comunità
economica locale, ma è stato conferito anche il compito di sostenerne
lo sviluppo e di coordinarne e supportarne i rapporti con le istituzioni
pubbliche locali: il principio dell’autonomia funzionale, specificamente
riconosciuta alle Camere di commercio dalla Legge 59/1997 (Bassanini 1),
trova così una prima efficace attuazione operativa.
Definite le basi normative,
si tratta ora di gestire insieme - Regioni, Enti locali e Camere di Commercio
- la fase di transizione alle nuove modalità del rapporto tra sistema
delle imprese e istituzioni pubbliche locali. Questa fase, proprio per
la vastità e la complessità delle riforme in gioco, non sarà
né breve né di facile attuazione.
Un primo banco di prova
consisterà, fin dai prossimi mesi, nell’avvio e nel coordinamento
degli Sportelli unici che saranno istituiti a livello comunale per garantire,
in tempi rapidi e certi, l’attuazione coordinata di tutti i procedimenti
(urbanistici, ambientali, ecc.) che autorizzano la localizzazione degli
impianti produttivi: l’impresa potrà così conoscere in ogni
momento lo stato di avanzamento di ogni procedura e quindi anche le cause
di eventuali ostacoli o ritardi. Lo Sportello unico, inoltre, dovrà
essere in grado di fornire alle imprese tutta l’assistenza informativa
necessaria per lo sviluppo delle strategie insediative delle imprese stesse:
è evidente che solo con una tempestiva azione della Regione volta
a rivedere e semplificare le attuali procedure di autorizzazione e con
un diffuso supporto informatico e un complessivo coordinamento tecnico
e organizzativo delle Camere di commercio, gli Sportelli potranno realisticamente
essere avviati e posti in condizioni operative tali da garantire una efficace
risposta alle esigenze delle imprese.
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