Si riparte con il nuovo ConsiglioLa legge 580/93, nel prevedere questa originale modalità di legittimazione democratica, ha riconosciuto al mondo associativo ed alle imprese - a "privati organizzati" insomma - la maturità e la capacità di svolgere un ruolo di interesse generale, un vero e proprio "servizio pubblico" (anticipando in questo la parte più innovativa presente nel testo recentemente licenziato dalla Bicamerale). Il Consiglio elettivo è dunque il segnale più forte di discontinuità con il passato. Prima della riforma, la Camera era una pubblica amministrazione che guardava alle imprese, ora sono le imprese che guardano alla pubblica amministrazione dal suo interno, attraverso l’istituzione camerale. La sfida nel costruire una istituzione per il mercato è ora pienamente aperta, a partire dalla redazione dello Statuto. Impresa & Stato ha contribuito in modo non secondario a questa prima cruciale tappa di autoriforma. Ha rappresentato un autorevole e tempestivo strumento di dibattito e di approfondimento; una rivista che "partiva" dalla Camera di Milano ma che si è "aperta" in questi anni alle problematiche istituzionali ed economiche italiane ed europee. Impresa & Stato ha svolto il suo ruolo di frontiera, percorrendo quel crinale tra impresa e stato appunto, ma anche tra locale e globale, tra teoria e prassi, tra autonomie territoriali e funzionali privilegiando in ogni caso l’innovazione: innovazione istituzionale, economica e tecnologica. Si è rivelato un mezzo prezioso e coraggioso, spesso fuori del coro. Impresa & Stato ha messo a disposizione delle diverse esperienze culturali ed operative impegnate nel processo di modernizzazione un luogo di confronto e di sintesi, nella consapevolezza che la Camera di Commercio di Milano e l’intero sistema camerale riformato rappresentassero un paradigma istituzionale. Su questa linea Impresa & Stato continuerà ad impegnarsi. La nuova Camera di Commercio chiederà, inoltre, ad Impresa & Stato di aiutarla nel passo successivo, nel diventare cioè vera protagonista della democrazia degli interessi. E le imprese, oggi più di ieri, hanno bisogno di una istituzione che sia punto di mediazione e di sintesi di interessi; ci chiedono di essere una dinamica "autonomia funzionale" in grado di confrontarsi, dialogare e collaborare con il sistema delle autonomie, territoriali e sociali per fornire un sostegno mirato ed efficace in termini di servizi, di infrastrutture, di sviluppo in Italia e all’estero. Il compito di Impresa & Stato sarà ancora quello di fare da battistrada, di "riconoscere" quei segnali più moderni ed innovativi provenienti dal mondo della cultura, delle istituzioni, dell’economia così da innescare una rete di alleanze che, dal basso, contribuisca ad ampliare gli spazi della partecipazione democratica, riformando e rilegittimando le istituzioni e la pubblica amministrazione. E’ un obiettivo ambizioso che richiede, prima di tutto, concretezza operosa. Se non riusciremo a dimostrare che è possibile ridurre la distanza tra sistema istituzionale e società, a partire dalle risposte effettive che sapremo fornire ad una popolazione esigente come quella della comunità degli affari, anche il contributo di Impresa & Stato sarà relegato nello sterile (pur se raffinato) ambito dell’intellettualismo fine a se’ stesso.
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