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Impresa & Stato n°33

ASSOCIAZIONI
L'USURA SI BATTE COSI'

inchiesta a cura di
ALBERTO BARBAGALLO

L'usura è in crescita, dicono all'Unione del Commercio.
Crescerebbe meno se ci fosse più dialogo con le banche. La legge?
Per ora servirà a scoraggiare la micro-usura.
Confartigianato: l'usura oggi è lo strumento della criminalità organizzata
per il riciclaggio. Le vittime hanno paura. Fondi di garanzia,
occorre rinforzarli. Nell'edilizia non ci risultano fatti di usura (ANCE),
ma il mercato è in crisi. E i committenti non pagano,
soprattutto gli enti pubblici


UNIONE DEL COMMERCIO DI MILANO

Ma è solo la punta dell'iceberg

Il fenomeno dell'usura è sotto gli occhi dell'opinione pubblica da quando lo hanno portato alla ribalta gli episodi di cronaca nera, drammatizzati a volte secondo il costume dei media, e però seguiti anche dalle iniziative di solidarietà rivolte alle vittime degli strozzini. Intanto, mentre si cerca di comprendere la dimensione reale del fenomeno attraverso ricerche quantitative, la discussione in sede politica ha portato all'approvazione della legge antiusura; come però funzioni realmente il meccanismo perverso che stritola i soggetti economici più deboli, impadronendosi in molti casi di imprese costruite con la fatica di anni e passate di mano in un baleno, resta difficile da comprendere, al di là delle semplificazioni giornalistiche e delle cifre dei ricercatori. E soprattutto resta incerto l'esito della lotta all'usura. Forse però le associazioni di categoria dei commercianti, degli artigiani e dei piccoli e medi imprenditori, le più vicine alle vittime potenziali ed effettive del crimine economico, possono utilmente contribuire alla definizione dei contorni reali dell'usura, e operare per prevenirla e combatterla. C'è un fenomeno che ha certamente una componente di grande organizzazione - spiega Simonpaolo Buongiardino dell'Unione del Commercio di Milano - ma esiste anche un'usura più familiare, dove lo strozzino è il vicino di casa o il fornitore di certe merci, e in questa parte è una realtà difficilmente quantificabile e analizzabile.
Buongiardino fa parte della giunta dell'unione del commercio, ha seguito personalmente le vicissitudini di alcuni associati alle prese con gli strozzini e accenna un profilo delle vittime: si tratta di persone che hanno difficoltà di accesso al credito e non riescono a dialogare con il sistema bancario, un sistema rigido, che valuta attentamente il patrimonio di chi chiede finanziamenti e non considera mai la potenzialità economica di progetti e idee. Peraltro noi abbiamo molte segnalazioni, ma ci sentiamo tenuti al riserbo, e se le difficoltà economiche in cui versa il settore del commercio allargano l'area del rischio-usura, è altrettanto sicuro che buona parte del fenomeno non viene a galla. Di certo l'usura è in crescita.

In che misura una maggiore collaborazione tra banche e imprese potrebbe ridurre il fenomeno dell'usura?

Il piccolo imprenditore non ha potere contrattuale nei confronti delle banche perché la sua domanda di credito è limitata, e non ha grosse garanzie reali da mettere sul tavolo. Le banche non si sforzano di capire come verrà finalizzato il credito, se genererà flussi positivi. Guardano solo la situazione statica: se ci sono garanzie già consolidate il credito viene concesso, ma non c'è quell'approccio orientato al mercato che si favoleggia del sistema americano, dove contano le idee e le persone e dove il sistema bancario è pronto anche a "sposare" l'idea se la ritiene produttiva e realizzabile. Certo con la nuova legge chi ha bisogno urgente di liquidi potrà più facilmente accedere al credito attraverso la sua associazione di categoria e attraverso un sistema di volontariato, grazie ai fondi di garanzia attivati dal fondo messo a disposizione dalla legge.

La stessa legge stabilisce anche che venga fissato un tasso medio sulla base del quale valutare il reato dell'usura. E' una novità che avrà effetti significativi?

Entro 180 giorni dall'entrata in vigore della normativa deve essere resa pubblica la griglia dei tassi massimi, individuati per categorie di rischio, mentre finora le banche dichiaravano solo i prime rates, cioè i tassi concessi ai clienti migliori, e non i top rates. Così finalmente vedremo espressi in cifre i grandi differenziali applicati a rischi che il sistema bancario considera diversi, e comprenderemo che nel sistema italiano c'è un divario troppo elevato fra il prime e il top, un differenziale tanto grande che facendo il calcolo medio dei tassi praticati e aumentandolo di un terzo si potrà arrivare addirittura a considerare usurai i top rates di certe banche, che scaricano i vantaggi concessi ai grossi debitori, cioè i grandi gruppi industriali, sulle spalle dei soggetti economici che hanno minore potere contrattuale.

La nuova legge tutela a sufficienza la domanda di credito dei piccoli operatori economici?

Quantomeno contribuisce a fare chiarezza, perché quando saranno espressi il tasso minimo e il tasso massimo sapremo qual è la fascia di oscillazione all'interno della quale le banche offrono il credito, e poi qualcuno valuterà se si può o si deve cercare di restringere questa fascia. Inoltre la legge ha ottenuto il risultato di amplificare a livello dei media il problema, cominciando a scoraggiare almeno la "micro-usura", quella del vicino di casa e della piccola criminalità: tutti sanno che si tratta di un reato combattuto con misure e pene aspre. Però l'usura è solo la punta dell'iceberg della criminalità economica, ed è correlata ad altri fenomeni.

Quali fenomeni?

Il racket e l'abusivismo costituiscono il sistema che dà alimento all'usura, e dall'usura prende forza; il giro di affari della criminalità economica si muove probabilmente intorno ai 100mila miliardi, e questi soldi girano fra abusivismo, racket e usura. Perché l'usura è una forma di investimento, ma è sufficientemente chiaro da dove arrivano i soldi che ci vengono investiti. Stesso discorso per i venditori abusivi: non è difficile immaginare da dove provengano i soldi per acquistare la merce "fuori dal mercato" e dove finiscano per esserne reinvestiti gli utili. La prevenzione e la repressione devono dunque agire su tutte le facce della criminalità economica, anche se il problema del credito resta alla base della lotta.

L'Unione del Commercio ha attivato delle iniziative specifiche per la prevenzione dell'usura?

Da quindici anni abbiamo la nostra struttura di garanzia fidi (Fidicomet) e forniamo un supporto alle aziende commerciali; diamo cioè garanzia per loro agli istituti bancari e in questo modo facilitiamo il loro accesso al credito.

Così sono stati consolidati dei rapporti di collaborazione con alcuni istituti bancari, gli stessi che adesso sono fra i più solleciti nel creare insieme alle associazioni di categoria i fondi di garanzia di cui le stesse associazioni fanno direttamente parte. O quantomeno le associazioni diventano l'interfaccia tra tali fondi e i propri associati, con un ruolo di protagonismo ampiamente riconosciuto dalla legge.


CONFARTIGIANATO

Vincere la paura del racket

Anche per quanto riguarda gli artigiani, secondo l'analisi di Ivano Spalanzani Presidente di Confartigianato, il malfunzionamento del sistema creditizio italiano incide sulla crescita di un mercato del denaro fuori da ogni controllo.
A questo però va aggiunto il problema della sottocapitalizzazione delle imprese artigiane - argomenta Spalanzani - e soprattutto il fatto che l'usura non è più legata a personaggi locali, di quartiere, ma è diventata lo strumento principale attraverso cui la criminalità organizzata ricicla il denaro sporco. In questo senso davvero c'è stato un salto di qualità in negativo, e perciò occorrono strumenti di contrasto molto più seri. Adesso ci si lamenta perché poche vittime denunciano gli strozzini, ma il motivo è che dietro all'usura, specie nelle regioni meridionali dove la criminalità organizzata è più forte, ci sono dei personaggi che è assai difficile avere il coraggio di denunciare. Per questo chiediamo da tempo che si pensi anche a proteggere coloro che sporgono denuncia.

A questo proposito quale valutazione date della nuova legge?

Se non altro fa ordine e introduce concetti nuovi sia dal punto di vista della repressione, sia per quanto riguarda la prevenzione con i 300 miliardi stanziati in un triennio per il fondo di solidarietà destinato ad aiutare le cooperative di garanzia fidi, che sono gli unici organismi in grado di far accedere al credito anche quelle imprese piccole e medie che non hanno garanzie proprie da fornire alle banche.

Da ora le Confidi potranno garantire fino all'80% i prestiti chiesti dalle piccole imprese agli istituti bancari, e questo convincerà molte banche a fornire credito a soggetti che fin qui potevano esserne esclusi.

Che cosa fa, nella pratica, un artigiano che ha difficoltà di accedere al credito e ha bisogno abbastanza urgente di liquidi?

Si rivolge alle nostre strutture di garanzia, le quali però hanno oggettivamente dei limiti, che sono determinati dalla consistenza dei loro fondi di garanzia. Tra l'altro questi fondi sono più deboli e meno capitalizzati proprio nelle regioni in cui più forte è l'usura. Questo è il problema vero nella fase di attuazione della legge, anche se propriamente di attuazione non si può ancora parlare perché a più di due mesi dall'approvazione mancano i regolamenti attuativi.
Per fortuna però c'è stata una sollecitazione del prefetto Del Mese, il commissario straordinario anti-racket, che ha convocato tutte le associazioni e coloro che si occupano del problema dell'usura e si è impegnato a sollecitare e coordinare le varie istituzioni, soprattutto i Ministeri del Tesoro e dell'Industria, per una sollecita applicazione della legge. Adesso siamo però di fronte al rischio di finire per dare soldi ai fondi che sono già forti, quelli delle regioni in cui il fenomeno dell'usura è ancora poco rilevante, mentre si dovrebbero capitalizzare proprio i Confidi della Campania, della Calabria e della Sicilia, cioè i fondi di garanzia più deboli.
Se lo Stato deciderà di capitalizzare i fondi esistenti, poniamo, moltiplicandoli per dieci, finirà per dare molto a chi già ha, e poco a chi versa in maggiori difficoltà di fronte all'usura. Purtroppo in alcune parti la legge è vaga, anche un po' rozza, e tutto dipenderà dai regolamenti applicativi.

La legge può lasciare spazio ad abusi?

Certo, le banche potrebbero aumentare in maniera fittizia i pareri negativi perché tutte le imprese respinte vengano automaticamente considerate "a rischio di usura" e quindi possano accedere alle garanzie speciali, scaricando dalle banche stesse l'80% del rischio di ogni prestito concesso dopo un iniziale rifiuto.

Cos'altro si può fare contro l'usura, al di là della politica del credito?

Devo ricordare che la nuova legge ha finalmente previsto il meccanismo della riabilitazione dei protestati; per l'esperienza fatta in Confartigianato con il "telefono anti-usura" so che nel 90% dei casi chi finisce in mano agli strozzini era escluso dal credito bancario a causa di un protesto, magari per un piccolo importo e con un ritardo di 15 o 20 giorni. Dopodiché per le banche lui non esiste più, magari per 20 anni. Tutta la legislazione sui protesti dovrebbe essere unificata, semplificata e messa in linea con questa novità della possibilità di essere riabilitati.

E se un artigiano ha già contratto debiti di usura, che cosa può fare?

Può ricorrere al fondo anti-usura presso il commissario straordinario, un fondo che s'innesta su quello anti-racket, che per la verità è stato usato pochissimo. Per accedere a tale mutuo a interessi zero bisogna però denunciare il taglieggiatore o lo strozzino, e la criminalità organizzata fa troppa paura: chi potrebbe sporgere denuncia non si sente sufficientemente protetto. Occorre dunque un salto di qualità nella lotta alle mafie, al racket e all'usura da parte dei magistrati e della Polizia giudiziaria.


ANCE

Cresce l'usura se lo Stato non paga

Non tutte le associazioni di categoria ritengono però che questa sia la grande emergenza degli ultimi anni, e qualcuno sospetta che i giornali e la televisione, partendo da alcuni tristi fatti di cronaca nera, abbiano finito per drammatizzare la situazione a beneficio dei lettori e dei telespettatori: Certo non escludo che episodi di usura possano interessare il settore dell'edilizia dichiara - Vico Valassi, presidente dell'Associazione nazionale costruttori edili (Ance) - ma posso dire che non sono mai pervenuti all'Ance segnali ed elementi concreti di una presenza massiccia del fenomeno nella categoria. Non abbiamo avuto segnalazioni in questo senso né da parte delle associazioni territoriali né tantomeno direttamente dalle imprese. Però la dura crisi che da quattro anni travaglia il mondo delle costruzioni ha fortemente prostrato il tessuto delle imprese, creando molte situazioni di sofferenza finanziaria: è caduta la domanda di immobili di edilizia privata sia del tipo residenziale sia a destinazione terziaria, mentre il mercato delle opere pubbliche è paralizzato. Si è creata una situazione difficilissima soprattutto per le imprese di piccole dimensioni afflitte dalla mancanza di lavoro e dal forte aumento del costo del credito bancario, e queste condizioni possono spingere qualche imprenditore a cercare prestiti fuori dal mercato ufficiale.

Che cosa potrebbero fare le banche?

Le banche praticano all'edilizia un costo del denaro che è nettamente superiore a quello richiesto ad altri settori produttivi: io penso che il sistema creditizio dovrebbe mostrare maggiore solidarietà verso un settore che sta attraversando una crisi drammatica. Un settore che contribuisce per il 10% al Prodotto Interno Lordo, che realizza il 50% degli investimenti del Paese e che dà lavoro direttamente e indirettamente a due milioni e mezzo di persone. Se però le banche hanno la loro parte di responsabilità, io credo comunque che il malfunzionamento del sistema dipenda in larga misura anche dalle pubbliche amministrazioni.

Intende dire che il comportamento dei committenti di opere pubbliche  la causa principale della crisi del settore?

L'impresa di costruzione si trova oggi a fare i conti con una committenza che paga i corrispettivi dovuti alle imprese costruttrici con ritardi spaventosi, che vanno da un minimo di otto-nove mesi a un massimo che può arrivare a due anni. Questa è una situazione drammatica perché le imprese i loro pagamenti li fanno: pagano i fornitori, pagano le maestranze, e via dicendo. Non ricevere i corrispettivi a esse dovuti determina, soprattutto per le piccole imprese che non hanno risorse finanziarie di riserva, una situazione di pesante illiquidità. Il ricorso al credito però non è facile ed è molto costoso. Talvolta, purtroppo, le banche di fronte alla difficoltà delle imprese a incassare i pagamenti dalle amministrazioni committenti chiedono il rientro degli affidamenti creditizi concessi, aggravando così i problemi delle imprese.

La nuova legge contro l'usura si propone anche di prevenire il fenomeno riducendo la domanda di credito illegale attraverso forme alternative di ricorso al credito legale. Questa scelta avrà effetti positivi?

L'istituzione dei fondi di solidarietà è un'iniziativa interessante che però richiede tempo per entrare in funzione. Ci vuole una grande disponibilità da parte del sistema bancario, e non possiamo dire oggi con certezza quali effetti avrà la nuova normativa. Comunque per l'edilizia il vero intervento pubblico di prevenzione dell'usura dovrebbe essere il pagamento tempestivo delle imprese che lavorano per lo Stato, per le Regioni e per gli Enti locali. Si deve, insieme, restituire certezza agli operatori delle costruzioni mediante una programmazione affidabile degli investimenti, e favorire una politica creditizia agevolata per le piccole imprese.