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Impresa & Stato N°27 - Rivista della Camera di Commercio di Milano

Attività camerali


Catalogazione, archiviazione, movimentazionein tempo reale

Affrontare le problematiche relative all'efficienza degli Enti pubblici significa, innanzitutto migliorare il rapporto con il cittadino utente e molte sono state le iniziative attivate in tal senso dalle varie Amministrazioni.
Oggi trovarsi dietro a un qualsiasi sportello è certamente più gradevole che in passato, in quanto la nuova cultura ha imposto radicali cambiamenti nei comportamenti fino a ora tenuti.
E questo miglioramento è visibile dovunque ed è molto più difficile il verificarsi di casi di grande maleducazione che in passato suscitavano le indignate proteste della gente.
Ma questo è solo un primo passo in quanto, per rendere un buon servizio, non basta essere cortesi e accoglienti, le Amministrazioni devono anche intervenire sulla struttura organizzativa interna dei rispettivi Enti, per dare risposte immediate in termini di servizi resi in modo efficiente e in breve tempo.
E' in tale spirito che la Camera di Commercio di Milano ha messo in atto, da tempo, un progetto di riorganizzazione e valorizzazione del proprio patrimonio archivistico/documentale e ciò nella consapevolezza che "tenere le carte in ordine" non è solo un fatto etico-funzionale, ma indispensabile per l'utente cittadino al quale si vogliono dare risposte cortesi ma anche esaurienti.
E' stato infatti creato un Centro Archivi Anagrafici tra i più moderni in Italia ove trovano collocazione circa 3.000.000 di pratiche, in quanto le Camere di Commercio costituiscono l'anagrafe generale di tutte le attività economiche; in tale Centro l'utente può trovare immediate risposte ai quesiti posti, tramite video-terminale, in quanto i dati salienti di ogni società o azienda sono stati informatizzati, ma se ciò non bastasse l'utente può visionare in breve tempo il fascicolo cartaceo originale. E ciò per quanto riguarda tutta la documentazione anagrafica, per la restante documentazione, quella storica/corrente si è parimenti provveduto alla nuova stesura degli inventari per consentire agli studiosi di avere uno strumento di ricerca efficiente e moderno.
Inoltre, due anni fa la Camera di Commercio di Milano ha iniziato il grande lavoro di revisione del Titolario d'archivio, strumento operativo indispensabile in quanto gli atti di ogni genere e tipo, una volta ricevuti, devono essere classificati e conservati, e la classifica degli atti diventa estremamente importante per la gestione ottimale della successiva movimentazione.
"L'incontro" quindi con l'Unioncamere divenne un felice momento operativo in quanto anche questo Ente, aveva identificato, come punto cruciale, la classificazione degli atti. Di qui la costituzione di un Gruppo di lavoro comune denominato "Comitato tecnico scientifico per gli archivi camerali", che ha già revisionato e aggiornato il nuovo Titolario d'archivio, e ha in atto la revisione del Massimario di scarto, altro strumento operativo importante, in quanto la storia degli Enti si delinea e si ricostituisce leggendo i documenti prodotti, ma non tutti, solo quelli che hanno valenza storica. Viceversa gli Enti sarebbero sommersi da montagne di carte, neppure più leggibili, che creerebbero poi problemi di spazio, e il Massimario detta norme per la conservazione degli atti "di valenza storica" e la distruzione della documentazione secondaria. é significativo che in questo momento storico di grandi cambiamenti si sia voluto iniziare una modalità di lavoro comune ove vari soggetti hanno messo a disposizione risorse ed esperienze come nel caso del Comitato succitato che ha visto la collaborazione tra diverse Camere di Commercio (Milano, Bergamo, Cremona, L'Aquila, Roma), il Ministero dei beni culturali, l'Unioncamere, la Sovrintendenza Archivistica per la Lombardia e il Ministero industria commercio e artigianato. Peraltro la Camera di Milano aveva da tempo iniziato una modalità di collaborazione con altri Enti tramite diverse iniziative; ultime in ordine di tempo il riordino e il deposito, presso la propria sede, degli archivi: la Banca privata Italiana e l'Archivio storico del Tribunale di Milano (solo la parte più antica). Le serie documentali di cui sopra verranno ospitate presso gli archivi della sede centrale della Camera di Commercio di Milano e verranno successivamente riordinate e inventariate per poter essere consultate e riprodotte. Intervento quanto mai provvidenziale per evitare eventuali irrimediabili perdite per il Tribunale; perdite dovute alla mancanza di spazio e, per la Banca privata, per mancanza di un referente responsabile, privando cos“ ricercatori e studiosi di importanti documenti per la storia economica milanese. Ciò anche nella consapevolezza di consentire alle generazioni future la possibilità di: leggere, capire e ricostruire la realtà tumultuosa e in continua evoluzione dei nostri giorni.
Un cammino, quindi, di grande impegno ma che ha già dato indiscussi risultati e che va proprio nella logica di razionalizzare risorse ed esperienze, per rendere un miglior servizio ai cittadini.

(Camilla Occhionorelli)

Un bilancio positivo per l'attivitàdegli archivi camerali

Il Comitato creato dall'Unioncamere per la valorizzazione degli archivi storici camerali ha rappresentato un esempio non consueto di collaborazione efficace tra istituzioni e, soprattutto, tra figure professionali differenti. L'Ufficio centrale per i beni archivistici, l'Unioncamere, i rappresentanti delle Camere di Commercio, il Ministero dell'industria hanno lavorato a partire dal maggio 1990 con l'obiettivo comune di salvaguardare e valorizzare il notevole patrimonio archivistico camerale: archivisti di Stato e operatori delle Camere, funzionari del Ministero e alcuni storici che da anni studiano questo specifico settore si sono coordinati con il sostegno prezioso della responsabile del Centro di documentazione della Unioncamere Elisabetta Bidischini, innanzitutto per censire la documentazione storica che si conserva presso gli archivi delle Camere di Commercio, in secondo luogo per creare o, in alcuni casi, verificare e migliorare gli strumenti per una corretta conservazione futura del patrimonio documentario di cui gli istituti camerali sono depositari.
La Guida degli archivi storici delle Camere di Commercio è stato il primo passo di questo lavoro: il censimento del materiale esistente sia presso le Camere che presso gli Archivi di Stato, ormai in fase di conclusione, aveva lo scopo duplice da un lato di informare la comunità scientifica e gli stessi titolari, spesso inconsapevoli, di tale patrimonio e consentirne la piena valorizzazione, dall'altro di costituire la base conoscitiva indispensabile per programmare ulteriori interventi nel settore. Voglio sottolineare, che il censimento, avviato con la piena collaborazione delle Sovrintendenze archivistiche e, in alcuni casi, dei colleghi degli Archivi di Stato, è stato in gran parte realizzato con il lavoro volontario degli archivisti e solo nelle situazioni più complesse è stato necessario ricorrere a ricercatori esterni. Il Comitato ha seguito l'indagine sul piano scientifico avvalendosi anche dell'esperienza di Claudio Pavone, direttore della Guida generale degli Archivi di Stato italiani. I risultati del censimento, come si è detto, saranno pubblicati - presumibilmente entro il 1994 - in una Guida degli archivi storici delle Camere di Commercio, in avanzata fase di redazione. La Guida comprenderà anche dati relativi alle biblioteche camerali, in alcuni casi non meno ricche e interessanti del patrimonio archivistico. Il complesso delle informazioni disponibili potranno costituire una base di conoscenza anche per avviare studi più complessivi sul sistema camerale e sui suoi organi dirigenti.
E', comunque, sull'altro aspetto del lavoro del Comitato che vorrei mettere in particolare l'accento. Si tratta di attività e di iniziative che riguardano la gestione degli archivi correnti e di deposito, la formazione del personale e la qualificazione degli addetti all'archivio, l'utilizzo di nuove procedure automatizzate di gestione della corrispondenza e che, proprio per l'ampiezza degli interventi avviati (e in parte già conclusi) ha finito per investire non solo questioni strettamente documentarie, ma anche problemi più generali di natura organizzativa. D'altra parte come archivista ho sempre ritenuto che una corretta tenuta dei documenti sia una delle condizioni del buon funzionamento di qualunque amministrazione e che i risultati migliori siano possibili solo se professioni diverse (e complementari) siano messe in grado di operare e cooperare con un sufficiente grado di autorità all'interno dell'istituzione.
Nel corso degli ultimi due anni, grazie anche a un significativo supporto tecnico da parte della Camera di Commercio di Milano, si è proceduto all'aggiornamento e alla rielaborazione del Titolario d'archivio, adottato con delibera già da molti istituti camerali e destinato a entrare in vigore a partire dal 1° gennaio 1995. é stato emanato, con l'occasione, anche un nuovo regolamento per l'archivio che tenesse conto delle innovazioni tecnologiche e, nello stesso tempo, riproponesse in forme più adatte ai tempi e meno schematiche le regole di una buona gestione della documentazione. Per la prima volta si sono avviati, in collaborazione con l'Istituto Tagliacarne, dei corsi di aggiornamento per il personale addetto agli archivi: sulla gestione degli archivi correnti, sull'ordinamento e sulla descrizione degli archivi storici, sull'applicazione del nuovo Titolario e dell'annesso regolamento. I corsi, cui hanno preso parte, in qualità di docenti, alcuni membri del Comitato, sono stati l'occasione per discutere delle iniziative avviate e per programmare nuovi interventi sulla base delle concrete esigenze avanzate dagli operatori medesimi.
Attualmente è in fase di rielaborazione il Massimario di scarto per il quale da tempo era richiesto un approfondito esame alla luce dei notevoli cambiamenti che l'attività camerale ha conosciuto negli ultimi anni. Anche questo lavoro dovrebbe concludersi entro l'anno, mentre è in fase di elaborazione un piano complessivo di iniziative per quanto riguarda l'utilizzo di nuove tecnologie nella gestione degli archivi (utilizzo di strumenti di memorizzazione ottica, analisi delle procedure automatizzate per la registrazione della corrispondenza e la tenuta delle unità archivistiche, individuazione di prodotti informatici per la descrizione archivistica integrata).
Il quadro delineato mi sembra veramente interessante. Non dovrebbe essere un membro del Comitato a sottolinearlo, ma poiché è realmente il frutto di un lavoro collettivo fatto, oltre che della competenza di ciascuno, soprattutto di buon senso, della capacità di lavorare in Žquipe e in modo flessibile, credo meriti di essere ricordato proprio da chi questa esperienza costruttiva ha condiviso direttamente.

(Maria Guercio)

Tutela e valorizzazionedegli archivi camerali

Le Camere di Commercio e la stessa Unioncamere (la cui fondazione risale al 1901) sono, come noto, tra i più antichi istituti di tutela degli interessi commerciali e imprenditoriali del nostro Paese (la stessa Confindustria nasce soltanto nel 1910). Come tali, in quasi due secoli di storia hanno accumulato un patrimonio documentario ricchissimo, che costituisce una delle principali e più complete fonti storiche primarie nel campo della storia economica.
Un riconoscimento dell'importanza di tali archivi emerge dall'articolo di Emilio Re pubblicato nella rivista "Notizie degli Archivi di Stato" (n. 1, 1942) nel quale vengono descritti gli archivi camerali e il materiale in essi conservato. Lo stesso autore riferisce che "Il Ministero dell'interno e quello delle corporazioni, in considerazione dell'importanza che gli atti delle cessate Camere di Commercio1 rivestono per la storia economica e finanziaria, sia locale che nazionale, e per assicurarne la migliore conservazione e la maggiore possibilità di indagini da parte degli studiosi, diedero disposizioni perché gli atti delle cessate Camere, almeno per la parte che ormai si può considerare storica... fossero depositati negli Archivi di Stato del rispettivo capoluogo".
Moltissimi Consigli provinciali delle Corporazioni preferirono tuttavia trattenere presso le proprie sedi tale documentazione, che, come osserva Emilio Re nell'articolo citato, spesso veniva conservata "in buon ordine e ottimamente".
La cultura amministrativa propria delle Camere e dei Ministeri vigilanti ha indubbiamente favorito la buona tenuta dell'archivio e la conservazione della documentazione, tanto che quasi tutte le Camere conservano tuttora materiale archivistico di notevole rilevanza storica.
Tale tradizione amministrativa aveva trovato espressioni normative nelle circolari recanti disposizioni sul funzionamento del servizio di protocollo e archivio e sull'utilizzo di un titolario unico per la classificazione degli atti, emanate rispettivamente nel 1942 dal Ministero delle corporazioni (circolari n. 105 del 27 ottobre) e nel 1963 dal Ministero dell'industria (circolare n. 1607/C del 15 luglio).
Nell'ultimo decennio, per la moltiplicazione delle funzioni camerali e il conseguente aumento della produzione documentaria, si è tuttavia verificato un sensibile calo di attenzione sia per la conservazione della documentazione storica, sia per il funzionamento e l'organizzazione dell'ufficio protocollo.
In definitiva il contesto della situazione degli archivi evidenzia alcuni punti critici che sono costituiti da:
- una scarsa attenzione delle Camere per i problemi di conservazione dei documenti storici posseduti, spesso sistemati in locali inadeguati in uno stato di estremo disordine;
- dallo scarso ricorso alle procedure di scarto;
- dall'insufficienza delle risorse umane adibite al servizio protocollo archivio.
Il settore è oggi tuttavia caratterizzato da una certa dinamicità; non mancano infatti, anche tra le Camere di Commercio, casi di attenzione e di valorizzazione del proprio patrimonio documentario. Alcune Camere hanno riordinato i propri archivi e le proprie biblioteche (Perugia, Rovigo, Bergamo, eccetera). Altre (Milano e Vicenza) hanno promosso la costituzione di Centri per lo studio della storia economica locale e per la salvaguardia del patrimonio archivistico, operanti (secondo il modello delle Camere di Commercio tedesche) non solo sul versante della tutela della documentazione camerale, ma anche delle fonti archivistiche esterne.
Tutto ciò in un momento in cui l'interesse per il proprio passato e per il proprio ruolo storico, la ricerca della propria identità, hanno indotto importanti imprese, Enti e istituti di credito (Fiat, Pirelli, Ansaldo, Confindustria, Iri, Enel, Camera di Commercio di Milano, Banca commerciale italiana, Banca d'Italia, Banca di Roma), a elaborare programmi e a realizzare iniziative di recupero, di riordino e di valorizzazione del proprio materiale documentario, in alcuni casi incontrando l'appoggio e la collaborazione delle istituzioni culturali.
In un tale clima di risveglio di attenzione e di impegno di risorse verso la rivitalizzazione del significato della identità storica ed economica del nostro Paese, l'Unioncamere si è posta la questione del contributo che il mondo camerale è in grado di apportare al complesso delle iniziative nascenti.
Motivata da queste considerazioni, nel febbraio del '90, l'Unioncamere ha costituito un apposito Comitato tecnico scientifico per gli archivi storici camerali, composto da rappresentanti del Ministero per i beni culturali, del Ministero dell'industria, da docenti universitari, da Camere di Commercio con esperienze specifiche di riordino archivistico; gli obiettivi sono quelli di formulare un piano generale di recupero e valorizzazione della documentazione storica camerale e di avviare nel contempo iniziative (quali la revisione degli attuali strumenti di lavoro) dirette a una migliore organizzazione e gestione degli archivi correnti.
Tra le più recenti iniziative si segnala l'avvio del progetto di realizzazione di una storia del sistema camerale, la cui assenza costituisce una grave lacuna storiografica, in collaborazione con il Centro sulla storia dell'impresa e dell'innovazione di Milano e con il Centro studi sull'impresa e sul patrimonio industriale di Vicenza.

(Elisabetta Bidischini)

NOTE
1)Dal 1926 al 1944 le Camere vennero assorbite dai Consigli provinciali dell'economia corporativa.