Affrontare le problematiche relative all'efficienza degli Enti
pubblici significa, innanzitutto migliorare il rapporto con il
cittadino utente e molte sono state le iniziative attivate in tal
senso dalle varie Amministrazioni.
Oggi trovarsi dietro a un
qualsiasi sportello è certamente più gradevole che in passato, in
quanto la nuova cultura ha imposto radicali cambiamenti nei
comportamenti fino a ora tenuti.
E questo miglioramento è visibile
dovunque ed è molto più difficile il verificarsi di casi di grande
maleducazione che in passato suscitavano le indignate proteste
della gente.
Ma questo è solo un primo passo in quanto, per
rendere un buon servizio, non basta essere cortesi e accoglienti,
le Amministrazioni devono anche intervenire sulla struttura
organizzativa interna dei rispettivi Enti, per dare risposte
immediate in termini di servizi resi in modo efficiente e in breve
tempo.
E' in tale spirito che la Camera di Commercio di Milano ha
messo in atto, da tempo, un progetto di riorganizzazione e
valorizzazione del proprio patrimonio archivistico/documentale e
ciò nella consapevolezza che "tenere le carte in ordine" non è
solo un fatto etico-funzionale, ma indispensabile per l'utente
cittadino al quale si vogliono dare risposte cortesi ma anche
esaurienti.
E' stato infatti creato un Centro Archivi Anagrafici tra
i più moderni in Italia ove trovano collocazione circa 3.000.000
di pratiche, in quanto le Camere di Commercio costituiscono
l'anagrafe generale di tutte le attività economiche; in tale
Centro l'utente può trovare immediate risposte ai quesiti posti,
tramite video-terminale, in quanto i dati salienti di ogni società
o azienda sono stati informatizzati, ma se ciò non bastasse
l'utente può visionare in breve tempo il fascicolo cartaceo
originale. E ciò per quanto riguarda tutta la documentazione
anagrafica, per la restante documentazione, quella
storica/corrente si è parimenti provveduto alla nuova stesura
degli inventari per consentire agli studiosi di avere uno
strumento di ricerca efficiente e moderno.
Inoltre, due anni fa la
Camera di Commercio di Milano ha iniziato il grande lavoro di
revisione del Titolario d'archivio, strumento operativo
indispensabile in quanto gli atti di ogni genere e tipo, una volta
ricevuti, devono essere classificati e conservati, e la classifica
degli atti diventa estremamente importante per la gestione
ottimale della successiva movimentazione.
"L'incontro" quindi con
l'Unioncamere divenne un felice momento operativo in quanto anche
questo Ente, aveva identificato, come punto cruciale, la
classificazione degli atti. Di qui la costituzione di un Gruppo di
lavoro comune denominato "Comitato tecnico scientifico per gli
archivi camerali", che ha già revisionato e aggiornato il nuovo
Titolario d'archivio, e ha in atto la revisione del Massimario di
scarto, altro strumento operativo importante, in quanto la storia
degli Enti si delinea e si ricostituisce leggendo i documenti
prodotti, ma non tutti, solo quelli che hanno valenza storica.
Viceversa gli Enti sarebbero sommersi da montagne di carte,
neppure più leggibili, che creerebbero poi problemi di spazio, e
il Massimario detta norme per la conservazione degli atti "di
valenza storica" e la distruzione della documentazione secondaria.
é significativo che in questo momento storico di grandi
cambiamenti si sia voluto iniziare una modalità di lavoro comune
ove vari soggetti hanno messo a disposizione risorse ed esperienze
come nel caso del Comitato succitato che ha visto la
collaborazione tra diverse Camere di Commercio (Milano, Bergamo,
Cremona, L'Aquila, Roma), il Ministero dei beni culturali,
l'Unioncamere, la Sovrintendenza Archivistica per la Lombardia e
il Ministero industria commercio e artigianato. Peraltro la Camera
di Milano aveva da tempo iniziato una modalità di collaborazione
con altri Enti tramite diverse iniziative; ultime in ordine di
tempo il riordino e il deposito, presso la propria sede, degli
archivi: la Banca privata Italiana e l'Archivio storico del
Tribunale di Milano (solo la parte più antica). Le serie
documentali di cui sopra verranno ospitate presso gli archivi
della sede centrale della Camera di Commercio di Milano e verranno
successivamente riordinate e inventariate per poter essere
consultate e riprodotte. Intervento quanto mai provvidenziale per
evitare eventuali irrimediabili perdite per il Tribunale; perdite
dovute alla mancanza di spazio e, per la Banca privata, per
mancanza di un referente responsabile, privando cos“ ricercatori e
studiosi di importanti documenti per la storia economica milanese.
Ciò anche nella consapevolezza di consentire alle generazioni
future la possibilità di: leggere, capire e ricostruire la realtà
tumultuosa e in continua evoluzione dei nostri giorni.
Un cammino,
quindi, di grande impegno ma che ha già dato indiscussi risultati
e che va proprio nella logica di razionalizzare risorse ed
esperienze, per rendere un miglior servizio ai cittadini.
(Camilla Occhionorelli)
Un bilancio positivo per l'attivitàdegli archivi camerali
Il Comitato creato dall'Unioncamere per la valorizzazione degli
archivi storici camerali ha rappresentato un esempio non consueto
di collaborazione efficace tra istituzioni e, soprattutto, tra
figure professionali differenti. L'Ufficio centrale per i beni
archivistici, l'Unioncamere, i rappresentanti delle Camere di
Commercio, il Ministero dell'industria hanno lavorato a partire
dal maggio 1990 con l'obiettivo comune di salvaguardare e
valorizzare il notevole patrimonio archivistico camerale:
archivisti di Stato e operatori delle Camere, funzionari del
Ministero e alcuni storici che da anni studiano questo specifico
settore si sono coordinati con il sostegno prezioso della
responsabile del Centro di documentazione della Unioncamere
Elisabetta Bidischini, innanzitutto per censire la documentazione
storica che si conserva presso gli archivi delle Camere di
Commercio, in secondo luogo per creare o, in alcuni casi,
verificare e migliorare gli strumenti per una corretta
conservazione futura del patrimonio documentario di cui gli
istituti camerali sono depositari.
La Guida degli archivi storici
delle Camere di Commercio è stato il primo passo di questo lavoro:
il censimento del materiale esistente sia presso le Camere che
presso gli Archivi di Stato, ormai in fase di conclusione, aveva
lo scopo duplice da un lato di informare la comunità scientifica e
gli stessi titolari, spesso inconsapevoli, di tale patrimonio e
consentirne la piena valorizzazione, dall'altro di costituire la
base conoscitiva indispensabile per programmare ulteriori
interventi nel settore. Voglio sottolineare, che il censimento,
avviato con la piena collaborazione delle Sovrintendenze
archivistiche e, in alcuni casi, dei colleghi degli Archivi di
Stato, è stato in gran parte realizzato con il lavoro volontario
degli archivisti e solo nelle situazioni più complesse è stato
necessario ricorrere a ricercatori esterni. Il Comitato ha seguito
l'indagine sul piano scientifico avvalendosi anche dell'esperienza
di Claudio Pavone, direttore della Guida generale degli Archivi di
Stato italiani. I risultati del censimento, come si è detto,
saranno pubblicati - presumibilmente entro il 1994 - in una Guida
degli archivi storici delle Camere di Commercio, in avanzata fase
di redazione. La Guida comprenderà anche dati relativi alle
biblioteche camerali, in alcuni casi non meno ricche e
interessanti del patrimonio archivistico. Il complesso delle
informazioni disponibili potranno costituire una base di
conoscenza anche per avviare studi più complessivi sul sistema
camerale e sui suoi organi dirigenti.
E', comunque, sull'altro
aspetto del lavoro del Comitato che vorrei mettere in particolare
l'accento. Si tratta di attività e di iniziative che riguardano la
gestione degli archivi correnti e di deposito, la formazione del
personale e la qualificazione degli addetti all'archivio,
l'utilizzo di nuove procedure automatizzate di gestione della
corrispondenza e che, proprio per l'ampiezza degli interventi
avviati (e in parte già conclusi) ha finito per investire non solo
questioni strettamente documentarie, ma anche problemi più
generali di natura organizzativa. D'altra parte come archivista ho
sempre ritenuto che una corretta tenuta dei documenti sia una
delle condizioni del buon funzionamento di qualunque
amministrazione e che i risultati migliori siano possibili solo se
professioni diverse (e complementari) siano messe in grado di
operare e cooperare con un sufficiente grado di autorità
all'interno dell'istituzione.
Nel corso degli ultimi due anni,
grazie anche a un significativo supporto tecnico da parte della
Camera di Commercio di Milano, si è proceduto all'aggiornamento e
alla rielaborazione del Titolario d'archivio, adottato con
delibera già da molti istituti camerali e destinato a entrare in
vigore a partire dal 1° gennaio 1995. é stato emanato, con
l'occasione, anche un nuovo regolamento per l'archivio che tenesse
conto delle innovazioni tecnologiche e, nello stesso tempo,
riproponesse in forme più adatte ai tempi e meno schematiche le
regole di una buona gestione della documentazione. Per la prima
volta si sono avviati, in collaborazione con l'Istituto
Tagliacarne, dei corsi di aggiornamento per il personale addetto
agli archivi: sulla gestione degli archivi correnti,
sull'ordinamento e sulla descrizione degli archivi storici,
sull'applicazione del nuovo Titolario e dell'annesso regolamento.
I corsi, cui hanno preso parte, in qualità di docenti, alcuni
membri del Comitato, sono stati l'occasione per discutere delle
iniziative avviate e per programmare nuovi interventi sulla base
delle concrete esigenze avanzate dagli operatori
medesimi.
Attualmente è in fase di rielaborazione il Massimario di
scarto per il quale da tempo era richiesto un approfondito esame
alla luce dei notevoli cambiamenti che l'attività camerale ha
conosciuto negli ultimi anni. Anche questo lavoro dovrebbe
concludersi entro l'anno, mentre è in fase di elaborazione un
piano complessivo di iniziative per quanto riguarda l'utilizzo di
nuove tecnologie nella gestione degli archivi (utilizzo di
strumenti di memorizzazione ottica, analisi delle procedure
automatizzate per la registrazione della corrispondenza e la
tenuta delle unità archivistiche, individuazione di prodotti
informatici per la descrizione archivistica integrata).
Il quadro
delineato mi sembra veramente interessante. Non dovrebbe essere un
membro del Comitato a sottolinearlo, ma poiché è realmente il
frutto di un lavoro collettivo fatto, oltre che della competenza
di ciascuno, soprattutto di buon senso, della capacità di lavorare
in Žquipe e in modo flessibile, credo meriti di essere ricordato
proprio da chi questa esperienza costruttiva ha condiviso
direttamente.
(Maria Guercio)
Tutela e valorizzazionedegli archivi camerali
Le Camere di Commercio e la stessa Unioncamere (la cui fondazione
risale al 1901) sono, come noto, tra i più antichi istituti di
tutela degli interessi commerciali e imprenditoriali del nostro
Paese (la stessa Confindustria nasce soltanto nel 1910). Come
tali, in quasi due secoli di storia hanno accumulato un patrimonio
documentario ricchissimo, che costituisce una delle principali e
più complete fonti storiche primarie nel campo della storia
economica.
Un riconoscimento dell'importanza di tali archivi emerge
dall'articolo di Emilio Re pubblicato nella rivista "Notizie degli
Archivi di Stato" (n. 1, 1942) nel quale vengono descritti gli
archivi camerali e il materiale in essi conservato. Lo stesso
autore riferisce che "Il Ministero dell'interno e quello delle
corporazioni, in considerazione dell'importanza che gli atti delle
cessate Camere di Commercio1 rivestono per la storia economica e
finanziaria, sia locale che nazionale, e per assicurarne la
migliore conservazione e la maggiore possibilità di indagini da
parte degli studiosi, diedero disposizioni perché gli atti delle
cessate Camere, almeno per la parte che ormai si può considerare
storica... fossero depositati negli Archivi di Stato del
rispettivo capoluogo".
Moltissimi Consigli provinciali delle
Corporazioni preferirono tuttavia trattenere presso le proprie
sedi tale documentazione, che, come osserva Emilio Re
nell'articolo citato, spesso veniva conservata "in buon ordine e
ottimamente".
La cultura amministrativa propria delle Camere e dei
Ministeri vigilanti ha indubbiamente favorito la buona tenuta
dell'archivio e la conservazione della documentazione, tanto che
quasi tutte le Camere conservano tuttora materiale archivistico di
notevole rilevanza storica.
Tale tradizione amministrativa aveva
trovato espressioni normative nelle circolari recanti disposizioni
sul funzionamento del servizio di protocollo e archivio e
sull'utilizzo di un titolario unico per la classificazione degli
atti, emanate rispettivamente nel 1942 dal Ministero delle
corporazioni (circolari n. 105 del 27 ottobre) e nel 1963 dal
Ministero dell'industria (circolare n. 1607/C del 15
luglio).
Nell'ultimo decennio, per la moltiplicazione delle
funzioni camerali e il conseguente aumento della produzione
documentaria, si è tuttavia verificato un sensibile calo di
attenzione sia per la conservazione della documentazione storica,
sia per il funzionamento e l'organizzazione dell'ufficio
protocollo.
In definitiva il contesto della situazione degli
archivi evidenzia alcuni punti critici che sono costituiti da:
-
una scarsa attenzione delle Camere per i problemi di conservazione
dei documenti storici posseduti, spesso sistemati in locali
inadeguati in uno stato di estremo disordine;
- dallo scarso
ricorso alle procedure di scarto;
- dall'insufficienza delle
risorse umane adibite al servizio protocollo archivio.
Il settore è
oggi tuttavia caratterizzato da una certa dinamicità; non mancano
infatti, anche tra le Camere di Commercio, casi di attenzione e di
valorizzazione del proprio patrimonio documentario. Alcune Camere
hanno riordinato i propri archivi e le proprie biblioteche
(Perugia, Rovigo, Bergamo, eccetera). Altre (Milano e Vicenza)
hanno promosso la costituzione di Centri per lo studio della
storia economica locale e per la salvaguardia del patrimonio
archivistico, operanti (secondo il modello delle Camere di
Commercio tedesche) non solo sul versante della tutela della
documentazione camerale, ma anche delle fonti archivistiche
esterne.
Tutto ciò in un momento in cui l'interesse per il proprio
passato e per il proprio ruolo storico, la ricerca della propria
identità, hanno indotto importanti imprese, Enti e istituti di
credito (Fiat, Pirelli, Ansaldo, Confindustria, Iri, Enel, Camera
di Commercio di Milano, Banca commerciale italiana, Banca
d'Italia, Banca di Roma), a elaborare programmi e a realizzare
iniziative di recupero, di riordino e di valorizzazione del
proprio materiale documentario, in alcuni casi incontrando
l'appoggio e la collaborazione delle istituzioni culturali.
In un
tale clima di risveglio di attenzione e di impegno di risorse
verso la rivitalizzazione del significato della identità storica
ed economica del nostro Paese, l'Unioncamere si è posta la
questione del contributo che il mondo camerale è in grado di
apportare al complesso delle iniziative nascenti.
Motivata da
queste considerazioni, nel febbraio del '90, l'Unioncamere ha
costituito un apposito Comitato tecnico scientifico per gli
archivi storici camerali, composto da rappresentanti del Ministero
per i beni culturali, del Ministero dell'industria, da docenti
universitari, da Camere di Commercio con esperienze specifiche di
riordino archivistico; gli obiettivi sono quelli di formulare un
piano generale di recupero e valorizzazione della documentazione
storica camerale e di avviare nel contempo iniziative (quali la
revisione degli attuali strumenti di lavoro) dirette a una
migliore organizzazione e gestione degli archivi correnti.
Tra le
più recenti iniziative si segnala l'avvio del progetto di
realizzazione di una storia del sistema camerale, la cui assenza
costituisce una grave lacuna storiografica, in collaborazione con
il Centro sulla storia dell'impresa e dell'innovazione di Milano e
con il Centro studi sull'impresa e sul patrimonio industriale di
Vicenza.
(Elisabetta Bidischini)
NOTE
1)Dal 1926 al 1944 le Camere
vennero assorbite dai Consigli provinciali dell'economia
corporativa.