Intervento al Forum Verso una nuova statualità?
Federalismo e indipendentismo
Intervento inviato il 9/7/1997 da Marco R. Krw
Con episodi come, per esempio, quello di ‘piazza San Marco’ si è creato, o
tentato di creare, un po' di confusione fra indipendentismo estremista e
federalismo. Cosa regolarmente sfruttata da coloro che tentano perennemente
di smontare un progetto minaccioso ai propri occulti interessi personali a
discapito, tanto per cambiare, di quelli popolari. Nell'articolo
fenomeno
Lega ho io stesso alluso a tale episodio, nel contesto di un escalation
di estremismi
che ritengo causa delle insoddisfazioni ai progetti federalistici,
cosa che porta ad esasperazionidi indipendentismo totalitario o
secessionista.
Ma non c'era bisogno diquesto episodio per far emergere la confusione di idee
che ruotano intorno al concetto federalista.
Ritengo che se tale concetto fosse veramente concepito da tutti e in tutti
i suoi risvolti, molti scoprirebbero di non essere veri federalisti mentre
altri, magari accaniti oppositori, scoprirebbero di esserlo.
Non è facile definire fenomeni sociali utilizzando espressioni non
esageratamente tecniche, ma che allo stesso tempo chiarifichino il più
possibile quei dettagli che potrebbero deviare valutazioni superficiali o
distratte. Questo è il mio perenne obbiettivo, ma cercare di rispettarlo
non permette di utilizzare quantità ristrette di testo che, spesso, possono
sembrare pesanti. Questa postilla vuole premettere una scusante per chi mi
accusa di utilizzare eccessive moli di testo, ma chiarito ciò penso di
poter proseguire una descrizione convincente sulla differenza fra
federalismo e indipendentismo totalitario. Non prima di chiarire, però, che
con la specificazione ‘totalitario’ intendo distinguere l'indipendentismo
di carattere federalista, che manterrebbe un certo legame con un governo
nazionale, e quello di natura completamente indipendentista, come quello
acclamato da movimenti, per esempio, come quelli veneti.
Il federalismo, intende risolvere le incapacità amministrative nazionali
dando una maggiore autonomia a tutte le regioni del territorio, però,
mantenendo una forma di governo centrale che si occupi esclusivamente di
quei meccanismi, o delle loro forme basilari, che richiedano uniformità su
tutto il territorio nazionale.
L' ‘indipendentismo’, invece, vuole tentare di risolvere i problemi di una
singola regione isolandola dalle altre per permettergli di tentare un
proprio progetto di amministrazione economica e sociale.
Anche un bambino capisce che, queste, sono due forme di autonomia
completamente diverse. La soluzione federalista suggerisce un sistema che
deve essere necessariamente applicato a tutto il territorio nazionale e
che, quindi, non pecca di egoismo perché, anche se concepito per portare
profitto alle regioni di appartenenza dei sostenitori, vuole dare pari
opportunità anche alle regioni che non lo hanno direttamente sostenuto o
concepito. L'accusa di egoismo, semmai, può essere più appropriata per le
forme di indipendentismo totalitario che tende a darsi una soluzione
completamente personalizzata e basata sull'isolamento totale.
L'additazione egoistica regolarmente rivolta ai fenomeni federalistici,
fatte da intellettuali e personaggi politici, nascondono convinzioni
totalmente ignoranti dei meccanismi precitati. I sostenitori di queste
accuse, capi di stato compresi, non riescono a concepire basilari concetti
che vedono quella famosa ‘minaccia all'unità d'Italia’ nell'indipendentismo
regionale totalitario ma non nel federalismo. Poiché tale logica continua
ad essere ai miei occhi troppo evidente, persistono le mie convinzioni su
occulti timori politici che hanno interessi diametralmente opposti a quelli
dei cittadini.
L'esistenza di gruppi politici scorretti è onnipresente ma, nonostante ciò,
spero nella prevalenza di coloro che sostengono questo ambizioso progetto
che, spero, prevalga in tempo per controllare, fra le altre cose, la
speculazione umana che temo aleggi nell'attuale progetto europeo troppo
materiale e troppo poco ‘sociale’.
Marco R. Krw
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