Intervento al Forum Verso una nuova statualità?
6/6/1997 - Federalismo e "fenomeno Lega"
di Marco Rodella KRW
Personalmente ritengo che il federalismo regionale possa essere un sistema
estremamente funzionale e, addirittura, indispensabile al riordino della
democrazia italiana. Esso puo' stimolare lo sviluppo economico e sociale
delle singole regioni perché la gestione locale di queste
realtà permetterebbe di intervenire con maggiore funzionalità
e rapidità oltre che adeguare gli interventi alle singole esigenze
territoriali che in una nazione geograficamente varia come la nostra sono
estremamente diversificate.
Il governo nazionale dovrebbe esclusivamente interessarsi di
quellestrutture che devono intervenire capillarmente sul territorio e con
omogeneità come i servizi di assistenza pubblica tecnica (catasto,
ferrovie, strade, ecc..) e di sicurezza nazionale (giustizia, esercito,
ecc..). Gli introiti fiscali delle singole regioni verrebbero gestiti
localmente mentre solo una parte di essi, stabilita in percentuale,
verrebbe destinata al fondo gestito dal governo centrale per le relative
attività. I finanziamenti alle regioni bisognose colpite da
calamità o in via di sviluppo verrebbero decisi dal governo centrale
ma fatti direttamente dalle regioni non soggette a problemi analoghi in
proporzione al loro gettito fiscale procapite. Analogo sistema per i
finanziamenti diinvestimento e di prestito.
Questo meccanismo coinvolgerebbe le amministrazioni delle singole regioni
che intervenendo direttamente verrebbero altrettanto direttamente coinvolte
rendendosi automaticamente interessate a che i loro soldi siano usati
seriamente, al fine di non avere ulteriori richieste. In caso di prestiti
sarebbe sempre interesse delle regioni prestanti dare assistenza e
vigilanza al fine di garantire il rientro dei capitali. Così facendo
si creerebbero delle automatiche e sicure forme di vigilanza evitando o
riducendo drasticamente la creazione di fenomeni assistenzialistici o,
comunque, parassitari.
Solo la prospettiva di poter godere dei propri raccolti può
stimolare le regioni ad impegnarsi per ottenere i risultati migliori.
L'inutile assistenzialismo offerto al mezzogiorno ha sempre impedito lo
stimolo dello stesso a svilupparsi perché la cronicità dei
finanziamenti non ha fatto altro che proliferare enormi forme parassitarie
politiche e mafiose che, ormai, si sono in gran parte amalgamate mentre
dall'altro lato hanno sfruttato le risorse delle regioni del nord
dimezzandone la potenzialità che avrebbe potuto trainare il resto
del paese.
Questo meccanismo ha finito con il favorire quella parte marcia del sistema
politico che mira a speculare sui tortuosismi di qualsiasi forma di
finanziamento che più è ampio e complesso più offre
occasioni per attingervi illecitamente. Il sud è finito,
così, per diventare una semplice scusante per motivare crescenti e
croniche richieste economiche al nord ed in quanto tale ha finito con il
causare occulti interessi politici maggiori nel mantenere una tale
situazione piuttosto che nel porvi rimedio.
Questa realtà ha inevitabilmente finito con il prendere coscienza
nella gente. Alla gente del nord vengono fatte richieste in nome del sud
mentre alla gente del sud viene dato poco o nulla di quello che è
stato richiesto in suo nome al nord. Poiché subire un furto crea
più rabbia di quanto lo possa fare una promessa insoddisfatta
è conseguentemente logico che a ribellarsi maggiormente sia la parte
derubata, il nord.
E' logico che la protesta venga, nell'immediato, rivolta alla classe
politica che ha gestito la situazione ma quando ci si accorge che essa
è totalmente insensibile, oltre che intoccabile, ce la si prende
istintivamente con chi causa originariamente la situazione con le sue
richieste. E' una reazione ingiusta ma, paradossalmente, logica ed è
sempre stata la causa, purtroppo, degli inevitabili attriti fra le due
masse sociali.
La lega è un movimento che racchiude in se i protestanti a questo
sistema politico, i moderati che ce l'hanno esclusivamente contro la
politica statale e gli estremisti, un po' più irrazionali, che
finiscono, in base al meccanismo precitato, con il prendersela anche con la
causa meridionale.
Nonostante siano innegabili le riprovevoli esternazioni di questa parte di
estremisti, questo non vuol dire che la Lega sia un partito anti
meridionale anche perché la sua politica tende, paradossalmente, a
fare anche i suoi interessi. Gli estremisti esistono in ogni fazione
politica o religiosa e sono la dimostrazione lampante di come il troppo sia
dannoso come il troppo poco ma nel caso leghista l'aggravante stà
nel fatto che l'estremista principale sia proprio il suo leader e che
ciò provochi comportamenti incondivisibili perché irrazionali
ed inopportuni. Questo è uno dei motivi per cui nonostante
l'assonanza ideologica non mi posso ritenere rappresentato da questo
movimento politico e poiché credo siano molti a non guardare a
questa realtà per lo stesso motivo, rimarrà per sempre un
mistero il cosa potrebbe avvenire se solo ci fosse un leader più
razionale e metodico di Bossi.
Quando un soggetto sceglie un partito non trova mai un programma
perfettamente compatibile con i propri ideali e si deve rassegnare a
scegliere quello che più gli si avvicina. Anche se il programma
fosse perfettamente azzeccato non è detto che il partito, durante il
suo corso, non tenga comportamenti incondivisibili. Questa è una
regola generale che vuole semplicemente dire che anche se i rappresentanti
politici tengono comportamenti assurdi non è con il tentare di
sopprimerli che si cancellano i motivi che hanno creato il fenomeno del
partito da loro rappresentato.
Nel caso della Lega, con questo comportamento, non si fa altro che
offendere e adirare anche le migliaia di non estremisti attaccando i
leghisti nel loro complesso. In pratica si fa di tutta l'erba un fascio
commettendo esattamente lo stesso errore che viene abitualmente attribuito
ai fenomeni leghisti.
I meridionali che criticano i leghisti accusandoli di essere razzisti
aggiungendo insulti e osservazioni "polentistiche" e "nebbiaioli" finiscono
con il commettere la stessa azione criticata con l'aggravante di averci
aggiunto un qualcosa in più e di aver dimostrato sentimenti analoghi
offendendo anche coloro che pur essendo leghisti non presentano pregiudizi
meridionali innescando una sorta di volano che crea nuovi rancori.
L'estremismo della Lega giunto alla convinzione del secessionismo è
solo il risultato che i partiti rivali hanno ottenuto profetizzandosi a
favore del federalismo solo per motivi propagandistici dimostrando in
seguito tutt'altra tendenza.
E' comunque certo che se le strategie politiche non avessero attenuato il
fenomeno Lega con stratagemmi vari e astute proliferazioni di partiti
alternativi o assonanti, creati solo per disperdere o confondere i voti
leghisti, ci si troverebbe già davanti ad un fenomeno di assoluta
maggioranza politica nonostante il fare discutibile del suo leader. Non si
può accusare la gente di avere scelto un partito inaffidabile se non
gli si offrono alternative credibili. La gente non vuole più parole
ma fatti e l'aver puntato su un partito aggressivo come la Lega non
può che essere il sintomo che il non vedere risultati concreti con i
così detti "sistemi democratici" indirizzi le attenzioni su partiti
sempre più estremisti e l'indifferenza del sistema politico non fa
che stimolare questa escalation. L'episodio di protesta alpina alla sfilata
di fronte alpresidente Scalfaro, gli immancabili episodi di "fischiatura"
alle apparizioni di Prodi in pubblico e le accuse truffaldine al
"milionario" sondaggio secessionistico della Lega, non sono altro che
episodi che trovano nei tentativi di ridimensionamento pericolosissime
arroganze e menefreghismi politici di fronte ad evidentissimi e crescenti
risentimenti popolari.
Gli attuali partiti in carica aggrediscono un fenomeno che hanno essi
stessi contribuito a creare con le parassitarie politiche delle loro
storiche derivazioni politiche.
Se le attuali politiche di inequità fiscale e sociale continueranno,
partiti simili alla Lega saranno sempre più forti e pericolosi.
Episodi come quello di Venezia sono solo dei primi pallidi sintomi
destinati a crescere con i tentativi di soppressione che non faranno altro
che alimentare i focolai di rancore che sono diffusi, ormai, anche nei
cittadini apparentemente più razionali. Non è possible
combatterli senza intervenire sui fenomeni scatenanti e non si può
incentivare i fenomeni scatenanti lamentandosi delle prevedibili
conseguenze come è inutile fare finta di non conoscerli.
Assalire chi vota questi partiti serve solo a offenderli e motivarli ancor
di più oltre a denunciare la propria incapacità di combattere
tali fenomeni con azioni concrete non mirate alla loro soppressione ma al
debellamento delle cause che le hanno create.
Bisogna convincere la gente con fatti concreti che l'unità d'Italia
non serve solo per conservare un territorio di "furto" politico più
ampio perché altrimenti il vero affronto ai nostri caduti
proverrebbe proprio da quella classe politica che si stà permettendo
di "bacchettare" il popolo che l'ha votata.
Ma soprattutto bisogna smetterla di far credere che il federalismo separa
la nazione perché in realtà, se fatto razionalmente, potrebbe
essere l'unica ricetta per integrarla e rafforzarla.
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