Un quarto punto:Quarto punto. Per un federalismo che possa divenire fattore concreto di unità occorrono radicali trasformazioni nell'organizzazione dell'attuale centro politico nei suoi diversi livelli e settori: una nuova statualità.La vera ragione per por mano alla Costituzione sta qui. E' l'Europa, non Bossi, la nostra Algeria: è l'Europa a sfidare l'unità della nostra società. Tocca a noi, alle nostre forze politiche risolvere i problemi interni, ma poi toccherà agli Europei aiutarci a raccordare la nostra reazione alle spinte e agli interessi che vengono dall'Europa. L'Europa deve essere chiamata a comprendere qual è la vera posta in gioco. Ciò che si è manifestato in Italia è l'espressione di più complessi fenomeni che originano proprio dal disegno di costruzione europea, con la sua forza di attrazione ma anche coi suoi contenuti dirompenti. Dipende dall'Europa se le scelte comuni in questa importantissima fase storica del nostro continente saranno orientate a una ritrovata centralità del Mediterraneo; o se invece uno spostamento dell'asse politico verso l'Est contribuirà fatalmente ad esaltare nei Paesi mediterranei una linea di frattura che corrisponde alle vecchie cicatrici storiche e culturali.. E' pur sempre dall'Europa che ci sono state proposte nuove visioni, dall'organizzazione dello spazio continentale, alla strategia difensiva, alla nuova statualità. Sono visioni alle quali l'Italia, con la sua storia politica e istituzionale, non poteva non reagire in modo forte e diffuso. Certo l'Italia non è la Jugoslavia, ma è pur sempre la patria dei Comuni, delle Città-Stato e della politica rinascimentale. Con una simile tradizione, abbastanza estranea a quella dello Stato-Nazione, era prevedibile che la reazione a una sfida metanazionale potesse essere dirompente: prima di tutto per noi, ma in prospettiva anche per l'Europa. Non è pensabile che l'Europa non si ponga il problema di quale tipo di Patria essa vuol diventare per gli Europei. Del resto questa è la sostanza del dilemma che la Germania ha affrontato nel momento della sua riunificazione, quando era anch'essa chiamata a ridefinire il senso della sua unità. La scelta tra una Europa tedesca o un una Germania europea non era che il riflesso di una sensibilità storica che comprende quanto la questione non sia affatto solo nazionale, bensì squisitamente europea. Non c'è dubbio che tanti paradigmi storici e istituzionali che nei secoli si sono susseguiti in Europa sono tramontati per sempre. Oggi l'Europa si accinge a lasciare alle spalle anche il modello degli Stati-Nazione. E forse noi europei abbiamo inconsciamente già fatto la scelta per il nostro futuro prediligendo nei fatti l'idea di un grande regionalismo articolato su reti funzionali, metanazionali e aperte al mondo intero. Ma se è così, allora è chiaro che il problema di come ridefinire la nostra Unità nazionale non è affatto un problema soltanto nostro. Quanto successo in Slovenia e Croazia dovrebbe far riflettere non soltanto noi bensì l'intera Unione Europea: perché se è un problema la ridefinizione del senso della nostra Unità non lo è di meno la definizione del senso vero dell'Unità europea. E qui occorre ricordare che a condizionare le società nazionali che europee giocheranno anche i quindici milioni di imprese e la qualità della nuova statualità che sapremo costruire non solo in Italia ma nell'Unione. Il nuovo collante che terrà insieme il nostro Paese sarà distillato nel laboratorio europeo.
Sintesi da "L'Italia si
e' rotta?" di Piero Bassetti, Laterza,1996
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