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COSA CAMBIA PER I PROFESSIONISTI
Il 3 luglio 1998 il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge sul riordino delle professioni intellettuali elaborato dalla Commissione Mirone. 

Il Governo non emanerà, invece, il decreto, previsto dall’art.24 della legge Bersani, che avrebbe dovuto disciplinare le società fra liberi professionisti. Il Senato, infatti, ha approvato una mozione volta a bloccare il regolamento di attuazione della legge suddetta considerandolo uno strumento inadeguato ad intervenire su una materia regolata da norme di rango primario. Il Governo si è adeguato alla volontà parlamentare e ora l’intera disciplina si sposta sul versante della riforma Mirone, che prevede i principi e i criteri direttivi cui il Governo dovrà attenersi nell’emanazione dei decreti legislativi. 

Eccone gli aspetti salienti: 

• protezione degli interessi pubblici generali collegati all’esercizio delle professioni intellettuali secondo modalità che rispettino i principi di pluralismo, concorrenza, deontologia, personalità delle prestazioni, tutela del cliente in ordine alla correttezza e alla qualificazione della prestazione; 

• disciplina dell’accesso alla professione (senza vincoli di predeterminazione se non per l’esercizio di funzioni pubbliche) e del tirocinio professionale secondo modalità che garantiscano l’effettività e la flessibilità dell’attività formativa; 

• protezione dell’interesse pubblico generale inteso a consentire la formazione di libere associazioni di prestatori di attività intellettuale e attribuzione al CNEL di specifiche funzioni consultive in ordine alle domande di riconoscimento presentate da associazioni professionali, previa consultazione dei Consigli Nazionali; 

• distinzione, nel quadro della normativa europea, delle professioni intellettuali dall’attività di impresa; 

• strutturazione e articolazione territoriale degli ordini tenendo conto delle specifiche necessità delle singole professioni ma secondo criteri tendenzialmente uniformi, e attribuzione agli stessi di funzioni in materia di formazione, tenuta degli albi, rappresentanza degli iscritti, con poteri di vigilanza, controllo indirizzo da parte dei Consigli Nazionali; 

• le tariffe non potranno più essere vincolanti per i professionisti (minimi tariffari potranno essere fissati dal Consiglio dei Ministri solo quando la prestazione professionale abbia carattere obbligatorio); 

• disciplina delle società professionali anche in deroga alle disposizioni del c.c. con possibilità di partecipazione al capitale di soggetti non qualificabili come professionisti ma con previsione di limitazioni ai loro apporti e di apposita responsabilità della società accanto a quella dei professionisti stessi; 

• introduzione dell’assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile per i danni causati nell’esercizio dell’attività professionale; 

• abolizione del divieto di pubblicità garantendo nel contempo la correttezza dell’informazione pubblicitaria.