Intervento al Forum Verso una nuova statualità?


Risposte ad alcune obiezioni classiche


Intervento inviato il 2/7/1997 da
Marco Posocco
e messo in rete il 9/7


'Quando Roma voleva romanizzare una provincia, vi stabiliva una piccola
colonia di gente che viveva secondo la legge romana e i costumi romani e
che, sebbene in un altro paese, si teneva stretta la sua fedelta' a Roma.'

Martin Luther King




1. La Costituzione dice che la' Italia e' una e indivisibile.

La Costituzione vincola cosi' tutte le generazioni che si susseguono sulla
cosidetta dpenisola italiana, obbligandole, per mezzo di questo articolo,
ad accettare perpetuamente questo assetto istituzionale. E' corretta e
logica tale impostazione? Logica non pare proprio, perche' i confini degli
Stati sono cambiati migliaia di volte nel corso degli ultimi 2000 anni di
Storia e non pur essere certo una regoletta scritta in una Costituzione a
fermare gli eventuali processi storici di cambiamento: se anche Francesco
Giuseppe D' Asburgo avesse dichiarato uno e indivisibile il Regno
Austro-Ungarico, la Prima Guerra Mondiale ci sarebbe stata lo stesso...
Con questo non si vuole disprezzare la carta costituzionale ma solo
ridimensionarne la portata: non fa essa parte delle 12 Tavole che Dio
consegnr a Mosh; non ha essa un valore metafisico; le costituzioni, tutte
le costituzioni, sono l' attestazione solenne di un ' contratto sociale '
stipulato tra membri ( ' cittadini ' ) di un corpo sociale: come contratto,
pur essere rivisto e modificato e, se i vantaggi che ne stavano alla base
vengono meno, pur anche essere sciolto, bilateralmente (separazione
consensuale) o unilateralmente (recesso o secessione).


2. L' art. 241 del Codice Penale punisce chi persegue la secessione.

Collochiamo storicamente l' art. 241 c.p. e i successivi (deprimento del
sentimento nazionale, oltraggio alla bandiera, propaganda antinazionale,
ecc.): sono residui del Codice Fascista Rocco che ci portiamo ancora
dietro e che furono introdotti dopo le conquiste in terra d' Africa per
sedare i tentativi legittimi di ribellione dei Libici, dei Somali e degli
Eritrei; sono quindi norme che si ispirano totalmente ad una logica
colonialista.
L' art. 10 Cost. dichiara poi di accogliere i principi del diritto
internazionale e l' Italia, firmataria del Trattato di Helsinkj e della
Carta dell' Onu, ha accolto via art. 10 Cost. il Principio della
Autodeterminazione dei Popoli: il suddetto art. 241 c.p. dovrebbe a rigor
di logica essere incostituzionale...
Che si tenti ora, attraverso la magistratura, di colpire con simili norme
la libera espressione di un pensiero politico, imperniato sulla
autodeteminazione di una parte della penisola, appare proprio antistorico
e antidemocratico. Alla luce di questi fatti, e' proprio insensato dire che
Roma considera la Padania come propria colonia?


3. L' Italia e' una!

C'e' chi fa discendere la necessita' di una unione politica dalla esistenza
di una lingua comune.
Questo criterio non trova ormai piu' conferma nella Storia: Francia e parte
del Belgio parlano francese, ma sono due Stati distinti; Germania, Austria
e parte della Svizzera parlano tedesco ma sono Stati distinti; al
contrario, la Svizzera adotta almeno tre lingue (italiano, tedesco,
francese) ma e' uno Stato!
Ipotizzando comunque la saggezza di tal criterio, e' veramente la penisola
italiana dunitat linguisticamente?
Secondo un rapporto della Commissione Europea, intitolato dProduzione e
riproduzione dei gruppi linguistici minoritari della' UEt e pubblicato da
La Vanguardia il 3/2/97 (quotidiano di Barcellona), risulato in Italia le
seguenti minoranze linguistiche:

Lingua N. parlanti
tedesco 290.000
ladino 56.000
sloveno 85.000
friulano 400.000
francese 50.000
occitano 35 - 80.000
albanese 80 - 135.000
sardo 1.300.000

Accanto ai sostenitori della unita' linguistica si collocano quelli dell'
unita' geografica; essi dicono: alla penisola italiana deve corrispondere
uno Stato italiano. Nel nome della unita' geografica l' Italia mando' al
massacro centinaia di migliaia di giovani per occupare il Trentino e
Trieste, dimenticandosi S. Marino, che geograficamente e' senza dubbio
piu' italiana!
E chissa' perche' poi ' l' Alto Adige e' terra italiana ' ( Pres. Scalfaro,
marzo 1997) e il Canton Ticino, abitato da Lombardi, non e' oggetto di
alcuna rivendicazione nazionale!
Dato che Roma Caput Mundi e' un sogno, i nostalgici della' Antico Impero
Romano si accontentano che Roma sia almeno dCaput Italienst, giustificando
tale tesi con la presunta ' romanita' ' di tutti gli abitanti della penisola:
ma anche agli Storico-Unionisti pur essere avanzata qualche obiezione, dal
momento che:
1) i cittadini romani erano solo i residenti dell' Urbe che discendevano
da una delle tre tribu' fondatrici di Roma (Romani, Sabini e Luceni); gli
altri erano o schiavi o clienti: questi ultimi vivevano alle
dipendenze di un cittadino potente, il quale li utilizzava, in cambio di
favori, nel voto di scambio per garantirsi il controllo di un territorio;
2) l' antica Padania (allora abitata da Liguri, Taurini, Veneti, e varie
tribu' celtiche - Insubri, Cenomani e Boi) fu conquistata un po' alla volta,
con raggiri (v. patto di desistenza con i Veneti per sottomettere i
Cenomani) e massacri in un arco temporale molto lungo, durante il quale si
puo' ricordare la mitica discesa a Roma di Brenno, che, a capo di numerose
tribu' celtiche stabilitesi in Padania, saccheggio' e incendio' l' Urbe il 18
luglio 390 a.C. !
I piu' deboli Unionisti si rifanno alla comune fede cattolica come
giustificazione della necessita' di un comune Stato. Anche questo criterio
non appare valido per spiegare e guistificare l' esistenza degli Stati ma,
volendo ribattere anche su questo punto, si pur ricordare che:
1) esiste una Chiesa Cattolica Romana e una Chiesa Cattolica Ambrosiana,
che in passato si sono tenacemente scontrate non solo in campo teologico;
2) il Friuli vanta l' esperienza del Patriarcato di Aquileia, i cui
prelati intrattenevano relazioni con l' intera Europa (specialmente con
Vienna e la Baviera) tranne che con Roma!
L' Italia percio' non e' una, come non lo sara' la Padania, che anzi dovra'
riconoscere la plurinazionalita' come suo elemento fondante
(v. Costituzione Provvisoria della Repubblica Federale Padana, in cui si
riconosce a tutti i popoli della Padania il diritto alla secessione).


4. E Sciascia e Pirandello, dove li mettiamo?

Alcuni sostengono che la ipotesi di una divisione politica dell' Italia
manderebbe all' aria il secolare patrimonio culturale accumulato e che, se
e' vero che il Mezzogiorno vive anche grazie alla Padania, questa e'
culturalmente sua debitrice.
Non si capisce proprio perche' l'indipendenza della Padania sia cosi'
nefasta da provocare il crollo del Colosseo o l' oscuramento perpetuo del
Golfo di Napoli o perchh, dopo di essa, nessun cittadino padano abbia piu'
accesso alle opere di Sciascia e Pirandello.
I confini politici non confinano di certo la cultura: la Torre Eifel e'
ammirabile anche senza una unione politica franco-italiana, i romanzi
russi venivano letti anche prima della caduta del Muro di Berlino e gli
esempi, apparentemente banali ma disarmanti, possono continuare.


5. E' una proposta antistorica.

La caduta del Muro di Berlino nel 1989 aprl le porte dell' Europa dell'Est;
il lento cammino verso l' integrazione monetaria europea dovrebbe
portare alla sua unione politica. Davanti a questi fatti sorge in molti
spontanea la domanda: ' per andare a Napoli avro' bisogno del passaporto? ' .
Questa diffidenza nasconde la paura che dietro la parola ' confine ' ci sia
lo stesso significato di un decennio fa: confine come dogana e spazio ove
sovrano e' lo Stato-Nazione, confine cioe' come ' steccato '.
I confini sono una specie in rapida via di estinzione: quelli culturali
non sono mai esistiti, quelli economici sono caduti sotto i colpi della
globalizzazione dei mercati. L' economia travalica i confini nazionali, le
leggi degli Stati si fermano alla frontiera; i redditi finiscono nei
paradisi fiscali, il fisco si arrende al confine. Chi puo' oggi affermare
con sicurezza che la Mercedes e' tedesca, quando le ruote sono prodotte in
Corea e gli interni sono fabbricati in Veneto?
Allora, la parola ' confine ' non va piu' guardata come ' steccato ':
all'interno della Unione Europea c'e' la libera circolazione delle persone,
delle merci, dei servizi e dei capitali.
La stessa proposta di divisione consensuale tra Padania e Italia viene
avanzata per entrare in Europa, non per starci fuori (v. adozione di due
diverse monete al Nord e al Sud).
Un ipotetico cartello sul Po con su scritto ' Padania ' non ammonira' percio'
i visitatori della presenza di filo spinato e di mitra spianati, ma
significhera' solo che dietro quel cartello c'e' un autogoverno locale,
proprio nello spirito del Trattato di Maastricht, che parla di Europa
delle Regioni, non degli Stati o delle Nazioni!


6. La Padania non esiste!

Diceva Renan nelle sue lezioni alla Sorbona (1870) che nessuno pur dire a
priori qual'e' una Nazione perche' non esiste un criterio cosi' forte che
possa dare la certezza matematica che la Nazione X ha piu' diritto di
esistere della Nazione Y.
' La Nazione e' un plebiscito di tutti i giorni ' : non e' necessario che
esista prima, non e' necessario che i suoi abitanti parlino la stessa
lingua o siano della stessa etnia: l'importante e' che vogliano stare
assieme.
Se la Padania nascera' , nascera' proprio cosl, per volere dei suoi abitanti,
diversi su tante cose ma accomunati da decenni di ingiustizia
redistributiva romana.


7. Secessione = Yugoslavia.

Molti intellettuali e politici sostengono che la eventuale secessione
padana scatenera' nel paese una guerra civile di tipo yugoslavo. ' Siccome
non esiste alcun strumento legale per farla - essi dicono - Bossi sara'
costretto ad impugnare le armi '.
Il fatto che non esiste alcun strumento legale per autodeterminarsi
costituisce per questi benpensanti una sicurezza: ' l' Italia e' al sicuro,
i padani non possono legalmente autodeterminarsi '.

Gia' , ma questo vuol dire che la Costituzione italiana calpesta i diritti
naturali di ogni cittadino e non adempie ai Trattati che
internazionalmente ha firmato.
Il loro non sembra tanto uno scongiuro quanto una sfida: ' su, coraggio,
fai vedere fino a che punto la vuoi questa secessione; prova a impugnare
un sasso o una fionda che poi ci penso io a ristabilire la
legalit`... ' ...gia', ma la democrazia?
Supponiamo che la maggioranza dei padani sia favorevole alla indipendenza
del loro territorio: che cosa dovrebbe fare Roma ? Sguinzagliare esercito,
polizia, carabinieri, guardia di finanza, vigili urbani e infermieri ? Non
riconoscere l' esito di un referendum popolare, anche se ' minaccia '
l'esistenza del Tricolore, e' democratico?
Ecco allora da dove potrebbe venire il pericolo di una guerra civile : non
da chi democraticamente fa una scelta, ma da chi quella scelta non vuole
riconoscere.
I Cechi e gli Slovacchi si sono consensualmente separati senza sparare un
petardo; in Canada si e' gia' votato per l' indipendenza del Quebec e lo si
rifara' fra 5 anni; la Slovenia si e' autodeterminata senza usare i fucili;
nel resto della Yugoslavia non c'e' stata una guerra di secessione ma una
guerra di oppressione, il tentativo da parte dello Stato centralista serbo
di trattenere i pezzi in fuga, sostituendo all' utopia del comunismo, non
piu' spendibile, quella della razza.


8. Volete cacciare i meridionali!

La polemica contro la presenza schiacciante di meridionali fra gli
insegnanti, i magistrati e i poliziotti non e' mai diretta al meridionale
come persona e come lavoratore! Questo Bossi nei comizi pubblici lo ripete
decine di volte, ma purtroppo i mass-media hanno interesse a divulgare
solo frasi spezzate e incollate come a loro conviene o piace.
La polemica e' contro Roma come sistema di potere, che vuole garantirsi il
controllo del territorio attraverso suoi emissari: v. frase di Martin
Luther King sopra riportata.
La Lega Nord non i contro l' assunzione di meridionali nelle pubbliche
istituzioni, ma e' contro il meccanismo che priva gli enti locali del
controllo del loro personale e che avvantaggia in maniera discriminatoria
i nati nel Mezzogiorno, attraverso l' uso di coefficienti di valutazione
diversi.


9. Piccole grandi contraddizioni.

1) il PCI-PDS, che per decenni ha predicato l' abbattimento dello Stato
come condizione per la costruzione della societa' proletaria, e' oggi il piu'
acceso difensore dello Stato-Nazione, a tal punto che il Presidente della
camera, Luciano Violante, ha ipotizzato l' uso della forza contro chi
lavora per staccare una parte del territorio alla sovranita di Roma;
2) il Tricolore, che negli anni '70 era considerato simbolo fascista e
bruciato pubblicamente dai comunisti, viene oggi esibito in maniera
nauseante ad ogni cerimonia, discorso o manifestazione; in seguito a legge
approvata da Polo e Ulivo, e' stato fatto obbligo a tutti gli enti pubblici
di esporlo il 7 gennaio 1997 e di prevederne l' illuminazione notturna;
3) la Chiesa, che nel secolo scorso era anti-italiana, ora e' anti-padana;
nell' estate scorsa, il Papa, in visita nel Cadore, si lascio' sfuggire
questa frase: dpagate le tasset. Il sospetto che anche Santa Romana Chiesa
sia attaccata ai soldi (v. 8 per mille) si fa forte...
4) Scalfaro-1: ' Non ci puo' essere una spanna di terra dove lo Stato non
comandi. Non ci puo' essere. A qualsiasi costo. ' , Palermo, 19 gennaio
1997;
5) Scalfaro-2: ' L' Alto Adige e' terra italiana. ' , durante la visita nel
marzo 1997: il diritto di conquista militare e' piu' forte del diritto di
autodeterminazione: parola di Presidente che chiama la Madonna ' mamma '
(Panorama, 27 aprile 1997).




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